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Il messaggio di Ghali: “Sono deluso dagli artisti in silenzio di fronte al genocidio in Palestina”

Ghali pubblica un lungo post su Instagram dove di dice deluso da chi, in questi mesi, pur avendo la voce per farlo non ha parlato di quanto sta accadendo in Palestica. “Dove la politica strappa, gli artisti cuciono. Dove la politica alza i muri, gli artisti creano ponti” scrive il cantante.
A cura di Ilaria Costabile
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Un messaggio forte e significativo quello che Ghali ha voluto condividere sul suo profilo Instagram, sottolineando la delusione nutrita nei confronti di chi, in questi mesi, pur avendo la voce per poter parlare non ha mai detto una parola contro le migliaia e migliaia di morti che ogni giorno si contano in Palestina. Numeri impressionanti, una vera catastrofe umanitaria, che lui stesso ha condannato a gran voce e in più occasioni anche sul palco dell'Ariston. "Dove la politica strappa, gli artisti cuciono. Dove la politica alza i muri, gli artisti creano ponti" scrive il cantante.

Il messaggio di Ghali: "Dobbiamo usare la nostra voce"

A distanza di un mese dalla sua apparizione alla kermesse canora, il cantante rivendica il dovere di manifestare il proprio dissenso e, soprattutto, attacca chi pur potendo non si è mai schierato. In inglese, italiano e arabo su Instagram scrive:

Nell’ultimo mese ho ricevuto migliaia di messaggi di supporto da persone che nel loro piccolo in questo paese hanno il coraggio di parlare. Vedo insegnanti e bambini nelle scuole italiane finalmente parlare di quello che sta succedendo. Persone di pensiero politico completamente opposti ma uniti da questa causa.

Usare la nostra voce per dire qualcosa contro lo sterminio di civili, compresi i bambini, in Palestina o per condividere le informazioni documentata da tutti i giornalisti che rischiano la vita e che l’hanno persa per mostrare al mondo questo massacro, è l’unica cosa che possiamo fare in questo momento.

Sono deluso da tanti artisti italiani che hanno la penna per dire qualcosa, da quelli francesi, e quelli inglesi, dalla gente della moda che ti guarda dalla testa ai piedi, dai finti attivisti affamati di fama. Tutti piegati dalla paura di essere tagliati fuori da qualcosa. Mi sono circondato per anni di persone che non mi immaginavo sarebbero rimaste in silenzio di fronte al genocidio in Palestina. Avete più soldi ora? Avete più like o follower? Avete più richieste di collaborazioni? Siete più cool e alla moda? Siete più liberi ora?

Non credo, vi vedo fermi come prima ma con le maschere cadute, a penzoloni.

Il cantante, poi, ha continuato la sua riflessione dicendosi grato a Dio e alle persone che in questi mesi, dimostrando di saper stare dalla parte giusta, lo hanno fatto sentire meno solo. Infine, ha aggiunto un importante incoraggiamento:

Non abbiate paura di essere voi stessi e della verità, non preoccupatevi del giudizio degli altri. Siate quello che siete perché è il dono più prezioso che vi è stato dato. Il momento in cui non vi sentire parte della massa è il momento più importante per la vostra evoluzione. Non fidatevi di chi vi dice che non siete abbastanza, che non siete cool, che non potete dire quello che pensate perché rischiate di perderci. Alla fine, non si perde mai ad essere se stessi e si risparmia solo tempo verso il grande passo.

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