Il Mao di Torino compie 10 anni: “Un’eccellenza dell’arte orientale nel mondo”
In dieci anni è diventato uno dei maggiori musei di arte orientale in Italia, tra le eccellenze europee che si propongono di raccontare quel vasto e complesso mondo dell'arte e del pensiero orientale agli occidentali e non solo. Stiamo parlando del Mao, il Museo di Arte Orientale di Torino che in questi giorni compie dieci anni di vita. Motivo per cui da oggi si darà il via a una settimana di festeggiamenti, sempre nel segno dell'Oriente. "Dieci anni d’Oriente è il titolo della manifestazione che da oggi a domenica la struttura di via San Domenico per sei giorni proporrà ai torinesi e ai visitatori, tramite un ricco calendario di iniziative e attività per celebrare l'evento. Tra ingressi gratuiti reading, concerti, visite guidate, conferenze e incontri, spettacoli di danze indiane, cerimonia del tè, esibizioni di arti marziali, laboratori e serate cocktail a tema. Il direttore della struttura, Marco Guglielminotti Trivel, ha dichiarato:
Sono al Mao da prima che esistesse, dal 2006: l’ho visto nascere e sono stato conservatore fino al mese scorso quindi conosco bene la sua routine e la quotidianità. L’idea della festa è presentare un sunto ideale di cosa è stato il Mao in questi anni con appuntamenti diversi, pillole e assaggi per chi non ci conosce e per chi vuole tornare.
Il Mao – Museo di Arte Orientale di Torino è stato inaugurato il 4 dicembre 2008 ed è considerato attualmente oggi uno dei più importanti in Italia e tra i maggiori in Europa per la conoscenza, lo scambio, la scoperta e lo studio dell’arte asiatica. Al suo interno sono presenti oltre duemila opere provenienti da diversi Paesi dell’Asia, per un periodo storico enorme, che va da dal IV millennio a.C. fino al XX d.C., visitabile in cinque percorsi per diverse aree culturali: Asia meridionale, Cina, Giappone, Regione Himalayana, Paesi Islamici dell’Asia.
"Dieci anni d'Oriente" è un modo per ampliare il raggio di visibilità del Mao e, in occasione dei suoi dieci anni, puntare a una ulteriore valorizzazione, che punta dritto, come spiega sempre Guglielminotti Trivel, al futuro e alla sua internazionalizzazione:
Per il futuro vorrei concentrarmi sull’internazionalizzazione del museo e sul fare rete fuori dall’Italia. Naturalmente vorrei potenziare il rapporto con il territorio e le comunità straniere avviato negli anni scorsi ma mi piacerebbe investire in una grande evento da esportare all’estero. Stiamo preparando una mostra affascinante e originale sul rapporto fra arte e cultura islamica rispetto all’acqua e guardiamo a scambi interessanti con gli Emirati Arabi. Siamo un museo giovane, molto attivo sul web, che ha molto da dare e vuole crescere.