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Il Louvre potrebbe restituire all’Italia sette reperti archeologici trafugati anni fa

L’Italia ha chiesto la restituzione di alcuni reperti archeologici appartenenti al Museo del Louvre: la Francia disposta a trattare.
A cura di Redazione Cultura
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Il Louvre (Kristy Sparow/Getty Images For David Yurman)
Il Louvre (Kristy Sparow/Getty Images For David Yurman)

Un accordo storico tra Italia e Francia potrebbe portare alcuni reperti archeologici che fanno parte della collezione al Museo Louvre di Parigi a tornare in Italia. Il nostro Paese, infatti, ha chiesto la restituzione di sette opere che sarebbero state acquistate dal Louvre "tra il 1982 e il 1998 in un periodo storico in cui i direttori erano più interessati all'autenticità di un'opera e meno preoccupati della loro provenienza" come si legge su Le Monde, il quotidiano francese che ha dedicato a questa storia un'inchiesta dal titolo "Al Louvre dei reperti antichi di origine problematica. L'Italia reclama la restituzione di sette reperti archeologici ottenuti da un saccheggio".

Tra le opere anche un'anfora del Pittore di Berlino

Tra queste sette opere ci sarebbe anche un'anfora a sfondo nero (datata V secolo) attribuita al ‘Pittore di Berlino', un artista mai identificato ma considerato un maestro dell'arte ellenica. Nell'inchiesta del giornale francese si legge che il Museo avrebbe acquistato questi oggetti che sarebbero frutto di un saccheggio da parte di alcuni, cosiddetti, tombaroli, ovvero persone che rubano nelle tombe alla ricerca di reperti da rivendere. Durante una retata, la Polizia svizzera e quella italiana trovarono a casa del mercante d'arte Giacomo Medici un vero tesoro, oggetti trafugati, ma anche cinquemila foto che facevano da inventario visivo di ciò che era stato venduto in passato. Seguendo questo sequestro, quindi, si sarebbe tracciato un filo che porta anche al Museo francese.

La direttrice del Louvre disposta a restituirli

Negli anni scorsi c'erano state diverse richieste da parte dell'Italia, ma solo con l'arrivo della nuova direttrice del Museo, Laurence des Cars si sarebbe aperta la porta a una vera collaborazione: "Ritengo che le opere di dubbia provenienza siano una macchia nelle collezioni del Louvre – ha detto a Le Monde -. Dobbiamo controllare ed esaminare tutto con rigore e lucidità". Per far capire che le cose sono serie, la direttrice ha aggiunto alla lista di opere di dubbia provenienza anche "una statuetta di una giovane donna (korê) del sito Medma in Calabria, che il museo aveva acquistato da Becchina (un altro mercante d'arte, ndr) nel 1998".

La richiesta del Ministro Sangiuliano

Lo scorso febbraio era stato proprio il Ministro Sangiuliano a incontrare des Cars per parlare di questo accordo: "Nell'occasione abbiamo presentato un accurato dossier predisposto dagli uffici competenti del ministero della Cultura su alcuni reperti archeologici attualmente nelle collezioni del museo francese trafugati e illecitamente esportati dall'Italia, ponendo la questione della loro restituzione. Ne è scaturito un dialogo costruttivo, tuttora in corso, tra il ministero della Cultura e il museo francese, con il comune obiettivo della tutela del patrimonio culturale e della lotta al traffico illecito dei beni culturali".

Il problema delle opere trafugate

Quello dei reperti acquistati senza tenere conto della provenienza, ma solo dell'autenticità è un problema che negli ultimi anni si è fatto sempre più pressante e sempre di più coinvolge musei importanti. Nei mesi scorsi sono state varie le richieste di restituzioni, da parte dei paesi di provenienza, di alcune opere e lo stesso quotidiano francese cita l'indagine dell'International Consortium of Investigative Journalists che prende come esempio il Metropolitan Museum di New York che avrebbe nella propria disponibilità oltre mille opere di provenienza illecita

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