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Il libro più antico stampato in Italia? È di Sant’Agostino, e si trova a Napoli

La città partenopea custodisce tantissimi tesori inestimabili, alcuni dei quali dimenticati: come il primo libro stampato in Italia, conservato presso la biblioteca di Storia Patria a Castel Nuovo. Si tratta del “De Civitate Dei” di Sant’Agostino.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il De Civitate Dei fu uno dei primi libri stampati in Italia: oggi trova a Napoli.
Il De Civitate Dei fu uno dei primi libri stampati in Italia: oggi trova a Napoli.

Esistono, nel nostro Paese, tesori di inestimabile valore pressoché dimenticati: è il caso, ad esempio, del primo libro mai stampato in Italia. Si tratta di un antichissimo volume di poco successivo alla famosa Bibbia realizzata da Gutemberg nel XV secolo, e oltre a detenere il primato italiano questo testo fu anche il secondo mai stampato nel mondo: si tratta del De Civitate Dei di Sant’Agostino, e si trova a Napoli.

I primi tre libri della storia

Fu Johann Gutenberg il rivoluzionario inventore della stampa a caratteri mobili, destinata a cambiare per sempre la storia della cultura europea. Il primo testo scelto per dare il via al suo fortunato esperimento tipografico fu ovviamente la Bibbia: stampata in latino, essa apparve nel 1456 a Magonza e da lì, in pochissimo tempo, giunse in tutta Europa insieme alla nuova tecnologia che l’aveva creata. In Italia il torchio e i caratteri mobili arrivarono nel 1465 a Subiaco, grazie al genio di due frati tedeschi, Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz.

I due chierici, giunti in Italia qualche anno prima, si dedicarono alla sperimentazione delle nuove tecniche tipografiche apprese in Germania proprio da Gutenberg. Videro così la luce i primi testi a caratteri mobili, tre per la precisione: il De Oratore di Cicerone, le opere di Lattanzio e, appunto, il De Civitate Dei di Sant’Agostino, stampato secondo le fonti il 12 giugno del 1467.

Il De Civitate Dei di Agostino, a Napoli

Oggi quest’ultimo testo, uno dei più preziosi della storia della cultura europea, è conservato nella biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, all’interno del celebre Castel Nuovo. Questo luogo, situato nel cuore pulsante della città a ridosso di Palazzo Reale e del porto, conserva oggi una delle collezioni più importanti e preziose d’Europa: si contano più di 2 mila manoscritti, 4 mila stampe e quasi 4 mila pergamene. Fra le circa 2 mila edizioni Cinquecentesche spicca proprio il testo di Sweynheym e Pannartz.

Ma com'è giunto fino a Napoli questo preziosissimo tesoro? Molto probabilmente grazie alla grandissima importanza culturale che la città partenopea ha avuto fra il XVII e il XIX secolo: in questo periodo contava il più alto numero di librerie e tipografie d’Europa. Da quando nel 1875 studiosi come Francesco Correale, Vincenzo Cuomo e Bernardo Gaetani fondarono la Società di Storia Patria la sua biblioteca si è arricchita di migliaia di volumi provenienti da illustri collezioni europee, acquisendo anche il prezioso testo di Sant’Agostino.

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