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“Il libro del mare”, alla ricerca di uno squalo gigante per scoprire gli abissi dell’uomo

In un libro che esplora il mare, con la sua vita e i suoi abissi, la Terra, l’Universo e l’amicizia, con uno squalo come pretesto, Martin A. Stroksnes ci trasporta in un viaggio nei fiordi norvegesi tra miti, abitanti del mare e paesaggi straordinari.
A cura di Francesco Raiola
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La copertina de "Il libro del mare" (particolare)
La copertina de "Il libro del mare" (particolare)

Affrontare gli abissi più profondi, soprattutto quelli sottomarini, senza disdegnare, però, quelli dell’Universo, indagando l’ignoto, spingendosi fin dove l’Uomo è riuscito ad arrivare, menzionando studi scientifici, libri di viaggio, poesie, memorie ed equilibrando il tutto con le proprie sensazioni. Un saggio sull’ignoto, dunque, ma soprattutto un racconto sul mare e sull’amicizia, con uno squalo della Groenlandia come obiettivo, capodogli, aringhe, merluzzi, cefalopodi e altri come co-protagonisti e il paesaggio del nord, con le sue leggende e il suo linguaggio, ad accompagnare il racconto.

Non è semplice, però, raccontare in poche righe il viaggio che compiono Martin A. Stroksnes e il suo amico Hugo Aasjord intorno alle isole Lofoten. La caccia allo squalo, infatti, non è che una scusa per parlare di qualcosa che è più grande di loro. E quando si parla di mare e Nord Europa, Iperborea, editore de "Il libro del mare", è una certezza assoluta.

Il libro, infatti, promette bene fin dalla copertina, sempre molto curata, con tre piani di tre tonalità diverse di celeste, uno squalo e la sua pinna a fare da vela a una piccola imbarcazione.Il titolo subito specifica che restare ancorati allo squalo sarebbe uno sbaglio e così quello principale è più generico e promettente (di quelle promesse un po’ spavalde) rispetto al sottotitolo à la Lina Wertmuller che recita: “o come andare a pesca di uno squalo gigante con un piccolo gommone sul vasto mare” a spiegare il motivo di un viaggio che pian piano si dipana fino a diventare un incredibile racconto di acqua e di Terra.

Come la copertina, anche il racconto è a strati e procede per profondità: si parla di quello che c’è a pelo d’acqua, quindi della pesca e dei pescatori, di fari e di isole disabitate o quasi. Si parla, poi, di pesci, mammiferi, crostacei, dai nomi, dalle forme e dalle vite più disparate e per farlo ci si immerge prima a profondità conosciute (con bellissimi racconti su squali, balene e calamari giganti, raccontati pescando da autori che vanno da Melville a Rimbaud, passando per Poe e citando scienziati, esploratori, oceanografi e naturalisti), giù giù fino agli abissi, e salendo fino in cielo, parlando della Luna e delle infinite Galassie, tenendo sempre al centro l’acqua e la vita che ne deriva.

Quella che racconta Stroksnes è un'esperienza totalizzante, soprattutto se l'acqua è il vostro ambiente naturale, se la forza della Natura – fin dalla nascita della Terra come la si conosce, attraverso le cinque (sei?) grandi estinzioni – è argomento che vi impressiona e se la scoperta è ciò a cui tendete. Un grande racconto sulla natura, che non manca di uno sguardo critico nei confronti dell'Uomo, costruito con l'analisi dell'evoluzione delle specie sottomarine – e di conseguenza di alcune terrestri che di loro si nutrono -, dei cambiamenti del riscaldamento globale e del precipizio su cui l'umanità si muove, non curandosi delle conseguenze del proprio disinteresse che in questi ultimi anni tante specie animali ha distrutto e chissà quante altre ha ostacolato senza averne conoscenza: come quelle che vivono là dove l'uomo non è ancora arrivato, perché se è vero che la Terra è praticamente tutta nota e l'Universo è qualcosa che viviamo come troppo vasto per poterne sapere molto, gli abissi sono un mondo che pur essendo "a portata di mano" resta ancora in gran parte sconosciuto.

Sì, ma lo squalo? Quello è il pretesto per raccontare tutto questo, ma anche l’amicizia tra i due uomini che vivranno spesso sulla propria barchetta e che esploreranno il passato e le sue credenze – talvolta mitiche -, grazie, ad esempio, ad alcuni giornali ritrovati, ricordi, storie di antenati, senza mai perdere d’occhio le boe e le esche, finché lo squalo non apparirà. Nel frattempo, però, il lettore si sarà già perso in questo mare magnum di conoscenza, rimanendo a bocca aperta come succede ogni volta che ci viene svelata una realtà che crediamo di avere sotto agli occhi e di cui, invece, ci rendiamo conto di conoscere solo una parte infinitesimale.

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