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“Il leone e l’uccellino”, l’amicizia e la natura nei disegni di Marianne Dubuc

La canadese Marianne Dubuc racconta in 80 pagine una storia sensibile di solitudine e amicizia, scandita dalle stagioni e dai ritmi della natura.
A cura di Francesco Raiola
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Il leone e l'uccellino” (Orecchio Acerbo) è un racconto semplicissimo e forse è proprio la sua semplicità, affatto banale, che rende difficile allontanarsi da una storia che narra l'amicizia tra un leone e un uccellino, appunto, ma che è anche un racconto di solitudine e comprensione. L'autrice è la grafica e illustratrice canadese Marianne Dubuc, la quale riesce a dare espressioni anche alle pagine vuote, piazzate nel momento giusto, quello in cui il bianco è un silenzio, soffice, che in fondo è uno stato d'animo e cambia assieme alle stagioni.

Sono proprio le stagioni dell'anno a scandire questa storia che comincia in autunno, quando un leone che sta lavorando il proprio orto nota un uccellino ferito a terra, costretto a non poter seguire gli altri che stanno migrando. Lo raccoglie e decide di portarlo a casa perché lì “c'è abbastanza spazio per tutti e due”. I due protagonisti della storia, quindi, cominciano a passare assieme le giornate, come mostrano due tavole in cui quattro disegni li ritraggono assieme a mangiare, a riscaldarsi vicino al camino, lavarsi i denti e dormire vicini. Arriva l'inverno e con lui il freddo, ma i due sono inseparabili e un cappello diventa il luogo perfetto per tenere l'uccellino al caldo mentre ci si diverte sulla neve, “e il freddo in due non è così male”.

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Ma è il tepore della primavera a rompere l'idillio e il ritorno a casa dello stormo di uccelli fa sì che l'uccellino li raggiunga lasciando di nuovo il leone alla sua solitudine, testimoniata dalle stesse due tavole precedenti in cui, però, la Dubuc esprime bene il nuovo stato del leone.

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Sono poche le parole che descrivono questa storia, quello che conta sono i silenzi e i disegni, le espressioni dei volti e i gesti. Come se le parole fossero un ingombro, qualcosa che possa disturbare la magia delle immagini, la loro semplicità. L'estate passa tra pesca e ricerca di refrigerio sotto gli alberi, ed è quando pare di doversi approcciare a un altro inverno di solitudine che il leone ritrova il suo amico. La Dubuc riesce, in 80 pagine, a descrivere sensazioni come quella della solitudine, valori come l'amicizia e la speranza dell'attesa scandendo tavole ed espressioni, replicando disegni e sfumandoli, calibrando i bianchi e i vuoti per quella che è una storia che i vostri figli vi chiederanno di leggergli più e più volte. E che voi non vi stancherete di fare.

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