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Il lato oscuro dell’arcobaleno: useranno i diritti civili per affossare quelli sociali

Ma v’è davvero qualcuno di così ingenuo da pensare che ai magnati della finanza e ai maggiordomi politici delle banche interessino i diritti delle persone e le unioni civili?
A cura di Diego Fusaro
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Il lato oscuro dell'arcobaleno
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Puntualmente torna a proporsi l’alternativa secca che si lascia compendiare nella seguente domanda: “stupidità o tradimento”? Che è come dire: non si è capito nulla della situazione, per via dell’ottusità generalizzata, o invece la si è capita benissimo e si finge di non volerla comprendere? Ecco, allora, che ritorna anche in questi giorni la vecchia domanda. Ma v'è davvero qualcuno di così ingenuo da pensare che ai magnati della finanza e ai maggiordomi politici delle banche interessino i diritti delle persone e le unioni civili? Davvero vi sono persone che credono che i delocalizzatori folli, i signori classisti del globalismo e gli apolidi re della finanza siano lacrimevolmente pronti a battersi per le unioni civili perché hanno a cuore i diritti dell’umanità?

Proprio loro che stanno consapevolmente creando, a colpi di precariato e rapine bancarie, un’immensa plebe postproletaria, postborghese e neofeudale fatta da precari, disoccupati, affamati e immigrati? Davvero pensate che indossino gli arcobaleni e i fiocchetti perché vogliono bene all’umanità? Stupidità o tradimento? V'è davvero qualcuno che non ha ancora capito che in questa faccenda delle unioni civili la posta in gioco, l'unica, è la questione della rimozione delle pensioni di reversibilità? Davvero qualcuno è tanto ingenuo da non capire che i signori del mondialismo classista usano sempre il solito trucchetto?

Difendono cause di per sé nobili per poi usarle in modo ignobile, per togliere diritti e garanzie, per sprofondare le masse in una situazione ancora più misera. Perché mai i re delle multinazionali fanno un giorno sì e l’altro pure l’elogio dell’immigrazione? Forse per spirito umanitario e per innata filantropia? Ma non scherziamo! È ovvio il motivo: vogliono nuovi schiavi da sfruttare, schiavi peraltro ricattabili e disposti a tutto pur di sopravvivere.

Ai re del globalismo non interessa integrare i migranti, che anzi considerano alla stregua di palle da cannone: è nel loro interesse, semmai, sfruttare a dismisura i migranti e, insieme, rendere noi come loro, senza diritti, supersfruttati, neoschiavi. Questo il punto. Il nemico non è il migrante, ma il Signore neofeudale che usa i migranti come carne da macello e rinsalda ogni giorno di più anche la nostra miseria.La vicenda delle unioni civili si inscrive nel medesimo orizzonte di senso. È, cioè, lo stesso trucchetto.

L'ho detto e lo ridico: useranno i diritti civili per affossare quelli sociali. Creeranno le unioni civili e poi anziché dare a tutti, come sarebbe giusto fare, la reversibilità delle pensioni, la toglieranno a tutti: faranno apparire come un privilegio per pochi quello che è un diritto e, così, con la lotta ai privilegi toglieranno i diritti.

Diranno che, ora che tutti possono sposarsi, sarebbe un privilegio lasciare la reversibilità delle pensioni alle sole coppie che un tempo ne beneficiavano: dato che “non possiamo vivere al di sopra delle nostre possibilità” – una delle frasi preferite dei signori del globalismo e dei loro “circences” giornalistici e accademici – e dunque non possiamo dare a tutti la pensione di reversibilità, la toglieremo a tutti.

Giustizia sarà fatta. Si sarà finalmente tutti eguali, perché si sarà tutti egualmente irrilevanti, tutti egualmente livellati verso il basso. Giustizia sarebbe, invece, dare a tutti la reversibilità delle pensioni, garantire a tutti condizioni di vita degne di questo nome. Ma il progetto del nuovo Signore neofeudale e neo-oligarchico va in ben altra direzione. Usa i diritti civili per annientare quelli sociali. Promette emancipazione per poter realizzare impunemente la deemancipazione. E intanto sfugge ai più la segreta logica sottesa a questi processi. Ci si contrappone in modo ridicola tra “family day” e “unioncivilisti”, e nessuno riesce a vedere, con Marx, che il problema, artatamente occultato, sta altrove, nel terreno economico legato alle pensioni di reversibilità.

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Sono nato a Torino nel 1983 e insegno Storia della filosofia in Università. Mi considero allievo indipendente di Hegel e di Marx. Intellettuale dissidente e non allineato, sono al di là di destra e sinistra, convinto che occorra continuare nella lotta politica e culturale che fu di Marx e di Gramsci, in nome dell’emancipazione umana e dei diritti sociali. Resto convinto che, in ogni ambito, la via regia consista nel pensare con la propria testa, senza curarsi dell’opinione pubblica e del coro virtuoso del politicamente corretto.
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