“Il Grande Gatsby” eroe romantico nel cinema e nella letteratura
Avrebbe compiuto oggi 120 anni lo scrittore americano Francis Scott Fitzgerald, autore di successi letterari come "Il grande Gatsby", "Belli e dannati", "Tenera è la notte" e "Gli ultimi fuochi", sono per citarne alcuni. Considerato uno fra i più grandi autori del ‘900. Fitzgerald faceva parte della "generazione perduta", quella anche di Ernest Hemingway, John Steinbeck, Ezra Pound, Henry Miller e Thomas Eliot. In particolare Fitzgerald focalizza la sua lente letteraria sulle contraddizioni esistenziali fra la Prima Guerra Mondiale e la Grande Depressione.
Il sogno americano
Le sue opere incarnano perfettamente la dimensione del "sogno americano”, tipica degli anni'20, quella del successo ma al tempo stesso di alienazione verso una realtà cruda che da lì a poco avrebbe portato ad un disastro, finita ala guerra. Scrive di quelle classi agiate e del loro lusso, ne è affascinato, lui stesso aveva sempre guardato alla borghesia con un mix di ammirazione e odio, sentimenti contraddittori che si riversano nei suoi personaggi, come ipnotizzati dal mito americano, inseguono il loro sogno e sono pronti a rinunciare a se stessi pur di perseguirlo, schiacciati dai loro stessi ideali.
La denuncia sociale de “Il Grande Gatsby”
Il sogno americano di Francis Scott Fitzgerald è intaccato dalla disillusione, che diviene pungente nel suo capolavoro “Il Grande Gatsby”, trasformandosi in denuncia. Il 10 aprile del 1925 viene pubblicato a Parigi “, lì per lì non ebbe molto successo, a renderlo famoso sono stati i riadattamenti cinematografici. La storia è emblematica e si presta bene e divenire film: al centro l'amore di Jay Gatsby per Daisy, il primo grande amore, per una ragazza dell’alta borghesia, una di quelle tipiche ‘ragazze dorate' di quegli anni, così attraenti ma prese tutte da se stesse. Lei sposterà un altro, Tom Buchanan, uomo facoltoso che le garantisce una vita lussuosa. La relazione dei due è il simbolo della mancanza di affetti autentici, del crollo della purezza e del sogno.
Un mondo patinato, fatto di solitudine e freddezza
Un mondo patinato dove solitudine, freddezza e indifferenza hanno il sopravvento, nessuno comunica per davvero alle lussuose feste di Gatsby, che sono invece solo "entusiastici incontri tra gente che non si conosceva neanche di nome". Gatsby rappresenta "l'uomo solo", e a render bene questa sua dimensione è la scena in cui lo si vede per la prima volta sul finir del giorno sul prato della sua lussuosa villa mentre guarda con gli occhi fissi la luce verde che si riflette in lontananza sul pontile della casa di Daisy, al momento del suo funerale. Mentre Gatsby è nella bara a Nick sembra di udire la sua voce che gli dice supplicando di fargli venire qualcuno perché così, da solo, non ce la fa più.
Ti farò venire qualcuno, Gatsby. Non preoccuparti. Fidati di me e ti farò venire qualcuno.
Gatsby, eroe romantico
Al cinema sarà magistralmente interpretato da Robert Redford e Leonardo Di Caprio in due pellicole ormai diventate leggendarie. Una sorta di eroismo in Gatsby si può cogliere nella sua interpretazione più profonda sia nel romanzo sia nella rivisitazione cinematografica: se da un lato Gatsby è un personaggio destinato a perdere, dall'altro la sua inadeguatezza lo rende grande: per inseguire un sogno è disposto a morire, questo desiderio che smuove ogni azione della sua esistenza è Daisy. Un amore totalizzate con cui nulla può competere. “Al tocco delle sue labbra Daisy sbocciò per lui come un fiore", ecco le parole essenziali che più incarnano la folgorazione per la ragazza. Il lusso perde la sua consistenza dinanzi alla bellezza e vulnerabilità di questo sentimento, ancora puro e in preda all'istinto della natura umana in mondo patinato che fa da contrasto. Proprio il suo desiderio genuino sarà la causa della sua fine e non solo quella di una morte fisica ma di un auto annientarsi interiore. Infondo il suo forte era quello di fare le cose in grande:
Il suo insaziabile animo anelava sempre alle cose smisurate, fantastiche, troppo grandi.