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Il giro del mondo in 80 artisti

Un ‘atlante’ della Biennale di Venezia, per esplorare il mondo (dell’arte) come in un viaggio alla Jules Verne, con le immagini di 80 artisti di diverse nazionalità.
A cura di Gabriella Valente
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Tra padiglioni nazionali e autori provenienti da ogni parte del globo, con la Biennale di Venezia si può girare il mondo dell’arte nello spazio relativamente piccolo di una città. Per sua natura, sin dalla nascita nel 1895, questa Esposizione Internazionale d’Arte accoglie artisti di tante diverse provenienze e, seppur talvolta accusata di “eurocentrismo”, diventa vetrina dell’arte prodotta in ogni angolo del pianeta.

Quest’anno le partecipazioni nazionali sono 88, divise tra i padiglioni ai Giardini, quelli all’Arsenale e altre sedi temporanee sparse per gli eleganti palazzi della città lagunare; inoltre, da 37 paesi diversi provengono le oltre 150 opere della mostra centrale, il Palazzo Enciclopedico curato da Massimiliano Gioni.

L’internazionalità della manifestazione lagunare ci ha dato uno spunto e, sulla scia ‘manualistica’ dell’enciclopedia gioniana, abbiamo creato un altro tipo di raccolta, basata stavolta su un metodo geografico, una sorta di atlante della Biennale di Venezia 2013.

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Come Fogg e Passepartout nel romanzo di Jules Verne girano il mondo in 80 giorni, così noi proponiamo un viaggio per immagini che attraverso le opere di 80 artisti tocca tutti i continenti: tra Europa, Africa, Asia, Oceania e America, una video-raccolta di tante opere in mostra farà girare il mondo e forse anche la testa, ma riuscirà a dare un’idea della Biennale in corso.

Limitandosi al numero suggerito da Verne e considerando innanzitutto un criterio geografico, la nostra selezione include parte di quello che ci ha più colpiti, in positivo e in negativo, nell’ambito della 55. Esposizione Internazionale d’Arte: peschiamo tanto dai padiglioni nazionali quanto dal Palazzo Enciclopedico e accostiamo i progetti più grandi e potenti di artisti affermati ai lavori più minuti e ossessivi degli outsiders scelti da Gioni, a creare quindi un ritmo altalenante tra modernismo e visionarietà, installazioni ambientali e piccoli disegni, indagine concettuale e occultismo.

Così si va dal magnifico progetto di Alfredo Jaar per il padiglione cileno a quello sublime di Anri Sala per la Francia, passando per le opere etniche del senegalese Papa Ibra Tall o i fumetti americani di R.Crumb; si incontrano, oltre all’installazione travolgente di Lara Almarcegui nel padiglione spagnolo o al lavoro geniale di Zakharov per la Russia, l'accumulazione di oggetti del brasiliano Arthur Bispo do Rosário o i quadri naïfs dello svizzero Schnyder; si salta da un’opera grottesca del polacco Miroslaw Balka all’operazione ragionata ed intensa di Edson Chagas per il padiglione dell’Angola.

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Le tendenze, le culture, gli stili sono tanti; differenti sono le intenzioni, i risultati, i livelli qualitativi. Li abbiamo messi insieme, come in un collage di ricordi dopo una full immersion nella Biennale veneziana. Viaggio d’arte immaginario, il nostro giro del mondo attraversa i continenti uno per uno. A differenza di Mr Fogg, che per spostarsi da un luogo all’altro utilizza treni, navi, slitte o elefanti, noi potremmo muoverci idealmente con un solo mezzo. Quale? L’ascensore dell’utopico Palazzo Enciclopedico.

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