Il direttore Veronesi licenziato dopo aver diretto bendato la Bohème: “È una vendetta politica”
Un ritardo alle prove sarebbe costato ad Alberto Veronesi il posto di direttore del Festival Pucciniano di Torre del Lago (Lucca), di cui aveva diretto bendato un Bohéme polemica. Per le prossime repliche, infatti, è stato scelto il Manlio Benzi che dirigerà il 29 luglio, il 10 e 25 agosto. Nei giorni scorsi aveva fatto molto discutere la scelta del direttore d'orchestra di presentarsi sul podio bendato, per protesta contro la rivisitazione dell'opera pucciniana che il regista francese Christophe Gayral e lo scenografo Christophe Ouvrard, avevano ambientato nel '68, durante il maggio francese. Troppo politico, per il Maestro, che nella sua vita ha abbracciato la politica nelle sue varie forme, passando dal PD ad Azione, fino all'ultima candidatura con Fratelli d'Italia. A chi aveva fatto intendere che la scelta di esibirsi bendato potesse avere a che fare con una lettera del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che gli chiedeva di sottrarsi a questa direzione politica Veronesi ha risposto che era una falsità.
Veronesi non ci sta e ha detto che i 29 luglio si presenterà comunque sul podio, con la benda e che "se non mi faranno dirigere chiederò i danni", aggiungendo che la sua cacciata sarebbe politica: "La verità è che mi licenziano sulla base di una mia opinione, è una vendetta politica". Veronesi nega che il problema sia stato il ritardo e difende la scelta di dirigere bendato: "Non è scritto da nessuna parte che presentarsi mascherati sia un crimine! – ha detto in un'intervista al Corriere della Sera -. L’ho fatto perché non volevo tirarmi indietro, ma neanche condividere lo sfregio di vedere il capolavoro di Puccini tra pugni chiusi e bandiere rosse".
Eppure Gayral ha dichiarato di avergli fatto vedere mesi fa i bozzetti delle prove: "Che altro doveva esserci? Se lo sfondo è il Maggio parigino, questa è la sua iconografia. Attinta pari pari alle foto dell'occupazione della facoltà di Belle Arti della Sorbona, dove dei giovani artisti ribelli volevano cambiare il mondo. Esattamente come i pittori e poeti ottocenteschi di Puccini" ha detto al Corriere. Eppure Veronesi racconta una versione alternativa, spiegando che quei bozzetti erano diversi da quelli che si è trovato davanti: "Avevamo concordato con il regista che non ci sarebbero stati simboli politici, solo ambientalisti visto che alla fine la rivolta è riportata ai nostri giorni". Durante la prima della Bohème il direttore è stato contestato dal pubblico con epiteti forti, ma lui continua e minaccia denunce se non lo faranno salire sul podio.
Il presidente della Fondazione Festival Pucciniano Luca Ficacci ha raccontato di averlo sollevato dall'incarico "per toglierlo dall'imbarazzo di dirigere un'opera che non riconosce e togliere dall'imbarazzo anche orchestrali e artisti", spiegando che aveva paura che quel comportamento potesse avere ripercussioni sul prosieguo della manifestazione. C'è da dire che sono settimane che Veronesi viene criticato a Lucca, uno dei maggiori critici è il consigliere regionale della partito e responsabile del dipartimento cultura del partito toscano, Massimiliano Baldini, che parlando delle scelte di Veronesi le ha dichiarate imbarazzanti. La polemica su Veronesi arriva a pochi giorni di distanza da quella su Beatrice Venezi che aveva diretto come fuori programma l'Inno a Roma.