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Il crollo di San Giuseppe dei Falegnami è l’ennesima prova di un Paese in declino

Decine di confuse riforme ministeriali in pochi anni, l’ossessione per la valorizzazione e non per la manutenzione, lo spacchettamento delle sovrintendenze romane: il crollo del tetto della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano non può essere il frutto di un caso, ma è l’ennesimo episodio di declino del Paese.
A cura di Redazione Cultura
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Ieri il giorno della paura. Nell’area archeologica del Foro Romano, è crollato il tetto dell’antica Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami – nota come San Pietro in Carcere – costruita nel tardo cinquecento nella zona del Foro, proprio sopra il romano Carcere Mamertino. Per fortuna dopo l'incidente nessuno è rimasto ferito. Oggi invece tocca alle prime polemiche, alle analisi dei motivi che hanno condotto alla rovina di una chiesa barocca nel centro della Capitale, probabilmente all'apertura di un'inchiesta giudiziaria. Purtroppo, a guardare le immagini, sembra di assistere a uno scenario da guerra. Un segnale d'allarme che riguarda tutto il patrimonio artistico italiano. Impossibile parlare di fatalità. e sarebbe altrettanto terribile provare a minimizzare l'accaduto. E i motivi, per chi ha assistito inerme alle continue, pompose riforme dei vari ministri che si sono succeduti fin qui alla titolarità del Mibac, sono abbastanza chiare. Ad Ansa non le ha mandate a dire, come al solito, lo storico Tomaso Montanari:

Le motivazioni sono molto note, vanno cercate nella mancanza di turn over e di assunzioni nelle soprintendenze: non c'è più nessun funzionario che fa manutenzione, sono rimasti in pochissimi, si fa solo valorizzazione, in più ci sono i danni della riforma di Franceschini, che ha diviso in due la gestione del Foro, per isolare il Colosseo.

Dedicata a San Giuseppe in qualità di falegname, la chiesa romana interessata dal crollo, spiega Montanari, esperto di arte del Seicento, è una chiesa "nata dal basso", ha dichiarato sempre all'Ansa Montanari, per volere popolare e in quanto tale una chiesa in qualche modo povera, ma ci sono opere importanti, per esempio una tela del Maratti, che è il più importante pittore italiano della fine del ‘600.

Il capolavoro è il contesto, è il tessuto. Poi bisognerà vedere quali saranno alla fine i danni precisi, di certo con questo crollo perdiamo un altro pezzo unico del nostro passato. È come se nella foto dell'Italia ci fosse un altro pezzettino che si oscura. Il ministro Bonisoli sia consapevole della responsabilità che gli pende in capo.

L'ipotesi seguita è quella del crollo strutturale dovuto al cedimento di una delle travi del tetto in legno.  Il vescovo don Daniele Libanori rivela: "Sabato era previsto un matrimonio, sarebbe stata una strage".

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