Il corso di fotografia “irregolare” di Antonio Biasiucci
Chi conosce la fotografia di Antonio Biasiucci e la sua personalità di artista, profonda e introspettiva, sa che il suo approccio al soggetto fotografico è qualcosa di viscerale, personalissimo e quasi ossessivo. La sua è una ricerca analitica, che scandaglia sistematicamente tutti i motivi più reconditi che spingono chi fotografa a scegliere una tematica specifica, e poi a rincorrerla, tornandoci su per un lasso di tempo molto lungo, fino a giungere alla sostanza dell'immagine, risolvendo così quel mistero di attrazione tanto da potersene distaccare e passare ad altro.
Le opere di Biasiucci
È stato così con il suo lavoro delle "Vacche", con cui innaugurò questo procedimento mutuandolo dal teatro di Antonio Neiwiller: Biasiucci decise per lungo tempo di chiudersi in una stalla, costringendosi a ritrarre quelle che all'inizio erano fortemente e "terribilmente" delle vacche, fino a farle diventare "altro da ciò che sono", come scrisse Goffredo Fofi. Continuò questo percorso con Corpus, Magma, Res, gli Ex Voto e infine, tra Capodimonte, Roma e Villa Pignatelli, con i Pani e i Volti.
Corsi e laboratori di fotografia
In questi anni Antonio ha messo a disposizione il suo sapere fotografico e soprattutto il suo approccio analitico in tanti modi. È proverbiale, oramai, la sua generosità nell'offrire aiuto ai giovani in cerca di consigli utili per fotografare. Un percorso, questo, di restituzione, a detta sua, di quello che Napoli, città nella quale da ragazzo si trasferì, gli ha saputo dare, lavorativamente e umanamente. Questa riconoscenza lo ha portato a insegnare nelle scuole e anche a tenere laboratori atipici, ad esempio quello con i malati mentali.
LAB, un laboratorio irregolare
Ma è da due anni che Biasiucci ha deciso di aprire le porte del suo studio ad alcuni giovani fotografi per dar vita ad un laboratorio completamente gratuito in cui trasferire le proprie esperienze e le proprie conoscenze fotografiche alle nuove generazioni. L'occasione nasce dall'incontro dell'artista con un gruppo di entusiasti appassionati: Ilaria Abbiento, Fulvio Ambrosio, Chiara Arturo, Giuliana Calomino, Cristina Cusani, Susy D'Urzo, Luigi Grassi e Claudia Mozzillo. Per due volte alla settimana Antonio ha incontrato questi ragazzi, portandoli per mano in un percorso che ha avuto come obiettivo la realizzazione di un progetto di ricerca del tutto personale da parte di ognuno di loro. "Il risultato è la costruzione di otto portfoli degni di essere presentati, – spiega il fotografo di Dragoni – dove è evidente un proprio dire, un proprio sentire, una propria autentica visione delle cose della vita oltre alla acquisizione di un metodo che possa essere guida per altre esperienze future".
Il bando e la mostra per LAB
Grazie al "matronato" della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, il laboratorio è stato poi presentato al MADRE, con l'appoggio entusiasta del direttore Andrea Viliani e la co-curatela di Antonello Scotti di Aporema onlus. Lab punterà ad essere un laboratorio permanente, ad appuntamento fisso, biennale, con l'apertura a breve di un bando per la seconda eduzione. Per la prima, invece, il fine ultimo sarà la realizzazione di un catalogo e di una mostra, dal titolo "Epifanie", con gli otto lavori esposti negli spazi di Castel dell'Ovo, messi a disposizione dal Comune di Napoli a partire dal 29 di aprile.
Il crowdfunding
Per riuscire a relizzare il loro primo traguardo editoriale ed espositivo il gruppo dei ragazzi di LAB hanno lanciato un’azione di crowdfunding, chiamando il pubblico a sostenere in prima persona il proprio impegno. Tramite una donazione sul sito http://www.kisskissbankbank.com/it/projects/epifanie si potrà, oltre che finanziare la mostra, ricevere una contropartita direttamente proporzionale alla quota versata: si andrà dal catalogo fino a un'opera messa a disposizione dallo stesso Biasiucci.