Il coreografo Arthur Saint-Léon nacque proprio oggi nel 1821
E' fin troppo riduttivo ricordare Arthur Saint-Léon per la coreografia di "Coppelia" del 1870 eppure il grande pubblico della danza non conosce la vitalità artistica e culturale del ballerino, maestro di danza e violinista parigino. Oggi proviamo insieme a mettere in più bella mostra il suo contributo alle arti sorelle della danza e della musica proprio nel giorno del suo compleanno. Innanzitutto ricordiamo che l'adolescente Arthur si accostò alla danza per imitazione paterna poiché il papà Léon Michael era un valido danzatore del Teatro dell'Opèra di Parigi. Così come fu accostato allo studio dal violino sempre per volere paterno, studiando con Joseph Mayseder e Nicolò Paganini senza mai lasciare la sbarra nonostante in quegli anni il ruolo del ballerino era sempre più in decadenza. La carriera di danzatore cominciò prestissimo al Theatre de la Monnaie di Bruxelles con frequenti tournée in giro per l'Europa fin quando, nella tappa viennese, incontrò l'etoile Fanny Cerrito di cui si innamorò e che sposò nel 1845. Danzarono insieme per molti anni e poi l'impegnato Arthur Saint-Léon creò balletti per lei e soprattutto per i teatri de La Fenice di Venezia e dell'Opéra di Parigi. Abbandonata la sbarra, il poliedrico artista si dedicò all'insegnamento di danza al perfezionamento sempre dell'Opéra ma nel 1851, anno della separazione dalla moglie etoile Fanny Cerrito, abbandonò l'incarico e girò nuovamente l'Europa tutta prima di approdare al Teatro Imperiale di San Pietroburgo e restarci per un decennio a succedere al connazionale Jules Perrot.
Non solo "Coppelia" nel repertorio di Arthur Saint-Léon
Proprio allo scadere del proficuo decennio di insegnamento alla scuola di danza del Teatro Imperiale di San Pietroburgo, e proprio negli anni della diaspora degli artisti francesi nel post-Sedan del 1870 dalla distrutta Francia alla ricchissima Russia, Arthur Saint-Léon era già sul posto giusto nel momento giusto. Proprio nei mesi in cui Bismarck sconfiggeva Napoleone III ed i sogni di gloria francesi, il coreografo portava a termine il suo balletto maggiore e l'unico ancora presente nel repertorio dei nostri giorni. "Coppelia" è tra l'altro il primo titolo dotato degli automi in scena e rappresenta la comedia-ballet per eccellenza della storia della danza. "Coppelia" o" La ragazza dagli occhi di smalto" è un balletto pantomimico in due atti e tre scene, su musica composta da Léo Delibes con il libretto di Charles Nuitter e dello stesso Saint-Léon, ispirato al primo racconto dei "Notturni" di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, "L'uomo della sabbia" pubblicato nel 1815. È l'ultima creazione di Arthur Saint-Léon, morto tre mesi dopo la prima rappresentazione ma il suo successo ha brillantemente resistito alla morte del suo autore. Tuttavia ci piace ricordare brevemente gli altri balletti messi in scena nell'Ottocento ma non giunti ai nostri giorni, fatta eccezione per una suite de "La Vivandiere" del 1843 su musiche di Rolland. Ricordiamo nel 1847 "Alma, ou la Fille de feu", "Le Violon du Diable" del 1849, "Stella ou Les Contrabandiers" del 1850, "Graziella ou La Querelle amoureuse" del 1860, "La Perle de Seville" del 1861, "Fiammetta" ed "Il cavallino gobbo" del 1864 tutti rappresentati sulle musiche di Cesare Pugni, nonché "La Source" del 1866 su musiche di Ludwig Minkus e Léo Delibes. La cultura non è mai venuta meno alle corde di Arthur Saint-Léon, famoso nella metà dell'Ottocento anche per aver inventato un metodo di notazione del balletto descritto nel trattato "La Sténochoréographie, ou Art d'écrire promptement la danse", pubblicato nel 1852, in cui veniva considerata anche la parte alta del corpo oltre ai piedi. Ennesima prova della poliedricità dell'artista a tutto tondo Arthur Saint-Léon.