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Il Centro Culturale di Viana do Castelo di Eduardo Souto de Moura: una “macchina navale” destinata alla cultura e allo sport

Inaugurato nel luglio scorso accanto alla Biblioteca Municipale realizzata da Álvaro Siza e il centro ricreativo di Praça da Liberdade progettato da Fernando Tàvora, il nuovo Centro Culturale di Eduardo Souto de Moura a Viana do Castelo, rappresenta la nuova identità culturale del Minho, a nord del Portogallo, destinato ad essere la sede di eventi culturali, musica, sport e tempo libero.
A cura di Clara Salzano
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"Negli ultimi trent'anni, l'architetto portoghese Eduardo Souto de Moura ha prodotto un consistente corpo di lavoro capace di mostrare i caratteri della contemporaneità pur conservando l'eco delle tradizioni architettoniche. La sua opera è la prova convincente del potenziale espressivo dell'idioma moderno e della sua capacità di adattarsi a condizioni locali differenti.”, così si esprimeva la Giuria quando ha conferito a Eduardo Souto de Moura il Premio Pritzker per l’Architettura 2011.

Centro Culturale di Viana do Castelo, Eduardo Souto de Moura (Photo Joao Morgado)
Centro Culturale di Viana do Castelo, Eduardo Souto de Moura (Photo Joao Morgado)

Sempre sensibile al contesto, l'architettura di Souto de Moura – radicata in tempo, luogo e funzione –  rinsalda il senso della storia mentre espande la gamma di espressioni della contemporaneità. Già nei suoi primi lavori, risalenti ai primi anni Ottanta, come il Centro Culturale di Porto e il Ponte dell’Accademia di Venezia, l’architetto portoghese ha mostrato una coerenza d'approccio che rifiuta la facile adesione ai trend del momento. Lo dimostra la sua ultima realizzazione, il Centro Culturale di Viana do Castelo, in Portogallo, inaugurata lo scorso luglio. Il progetto è inserito in un contesto di pregio, in una una striscia di terra lungo la foce del Fiume Lima e la nuova piazza pubblica alberata recentemente dedicata a Marques Junior, uno dei responsabili militari della Rivoluzione del 25 aprile 1974.

Centro Culturale di Viana do Castelo, Eduardo Souto de Moura (Photo Joao Morgado)
Centro Culturale di Viana do Castelo, Eduardo Souto de Moura (Photo Joao Morgado)

Dal punto di vista architettonico, il Centro Culturale di Viana do Castelo riunisce e completa il trittico di edifici, definito la “Mecca dell'Architettura” dalla rivista Wallpaper, formato dalla Biblioteca Municipale realizzata da Álvaro Siza nel 2007 e il centro ricreativo di Praça da Liberdade progettato da Fernando Tàvora. Gli edifici progettati negli anni Cinquanta e Sessanta da Fernando Távora, uno dei maestri di Eduardo Souto de Moura, presentano una sintesi di tradizioni vernacolari locali e di procedimenti di astrazione (secondo gli sviluppi dell'arte e dell'architettura dei primi decenni del Ventesimo secolo), contrapposti alla falsa coscienza del ‘tradizionalismo' salazariano. Alvaro Siza, anch'egli maestro di Souto de Moura, ha spalancato al suo allievo la dimensione plastica e figurativa dell'architettura. Mentre Siza guardava in particolare ad Alvar Aalto in materia di ispirazione sociale e architettonica, la sensibilità e il pensiero di Souto de Moura sono più prossime alle teorie di Ludwig Mies van der Rohe e all'opera degli architetti olandesi di De Stijl. La Scuola di Oporto, in generale, è una progenie di professionisti che hanno studiato l'un l'altro da vicino i rispettivi progetti e hanno adottato come punto di riferimento un corpus di opere ritenute espressione di adesione o negazione di tendenze locali e contemporanee.

Centro Culturale di Viana do Castelo, Eduardo Souto de Moura (Photo Joao Morgado)
Centro Culturale di Viana do Castelo, Eduardo Souto de Moura (Photo Joao Morgado)

Il progetto di Souto de Moura è chiaramente distinto dai suoi vicini, in primo luogo per la sua trasparenza, che permette la permeabilità di sguardo e di accesso dal fiume attraverso le sue pareti vetrate. Anche il colore grigio e l'estetica costruttiva, prevalentemente in metallo, sembra molto più simile a  quella di un’architettura industriale, una macchina per la cultura e lo sport. Infatti nel molo vicino al centro culturale è ancorata la Navio Ospedale "Gil Eannes", una nave oggi adibita a museo, che funge da riferimento estetico nel progetto di Souto de Moura che ripropone così una immagine nautica evidenziando grandi tubi in alluminio all'esterno dell'edificio.«Questo edificio ha 14 anni di lavoro, che spesso possono rappresentare l'inferno di un processo drammatico. Ma ora lo guardo e mi piace, senza falsa modestia », dice Souto de Moura.

Centro Culturale di Viana do Castelo, Eduardo Souto de Moura (Photo Joao Morgado)
Centro Culturale di Viana do Castelo, Eduardo Souto de Moura (Photo Joao Morgado)

Composto da tre piani, il Centro Culturale di Viana do Castelo si presenta come una struttura bassa con una grande vetrata al pian terreno, che conferisce leggerezza dell'edificio. Nell'apparente semplicità formale, l’ architettura dell’architetto portoghese intreccia riferimenti complessi ai caratteri dei luoghi, della regione del paesaggio, a più ampi elementi della storia dell'architettura. Spesso la semplicità delle sue geometrie è sottolineata dal gioco tra pieno e vuoto, tra luce e ombra. Lo sviluppo orizzontale è dato dalla realizzazione di un primo piano seminterrato che ospita una grande sala multifunzione. Tale spazio è circondato da gradinate in legno che conducono agli ingressi ed ai corridoi del piano terra dove si trovano i principali accessi che sono situati alle estremità nord e sud dell’edifico. Scale e ulteriori ascensori conducono alle cabine panoramiche e alle aree amministrative poste al primo piano.

Schizzo per il Centro Culturale di Viana do Castelo, Eduardo Souto de Moura
Schizzo per il Centro Culturale di Viana do Castelo, Eduardo Souto de Moura

L'architettura di Eduardo Souto de Moura recupera una funzione iconica e rappresentativa, risultato di una ricerca sociale e insieme culturale, che limita la libertà creativa per fare posto ad un impersonale ricerca di un più profondo stato di necessità. Alla apparente naturalità, corrisponde una profonda complessità compositiva che spesso interpreta elementi del pensiero come l'ambiguità, la citazione, il paradosso. Ma la sintesi con cui le forme si esprimono in termini più generali, libera l'architettura dalla necessità di un linguaggio univoco seppur riconoscibile, di un approccio squisitamente operativo, che predilige la varietà dei riferimenti teorici e figurativi.

Il lavoro di Edouardo Souto de Moura richiede un incontro duraturo, non una rapida occhiata. La conoscenza della tecnica costruttiva e la sensibilità per i materiali sono sempre visibili nei suoi edifici. Souto de Moura, anche in questo caso, ha saputo creare spazi coerenti con la storia ma moderni nella concezione.

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