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Il Cavallo di Troia era una nave: archeologo italiano svela errore di Virgilio

Secondo lo studio di un archeologo italiano, un errore di traduzione avrebbe generato il mito del Cavallo di Troia che, in realtà, era una nave.
A cura di Redazione Cultura
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Grazie allo studio di un archeologo italiano emergerebbe che per un errore di traduzione il mito del Cavallo di Troia fu tramandato in modo sbagliato. In realtà, il cavallo era una nave. L'Hippos di cui scriveva Omero, infatti, non era un quadrupede di legno, ma una nave da guerra di tipo fenicio. L'errore potrebbe essersi generato nel VII secolo avanti Cristo: delle navi da guerra di cui parlava Omero si era persa la memoria e il termine Hippos ha iniziato ad essere tradotto solo con "equus", cavallo, per l'appunto. Ed in questo errore sarebbe incappato il più grande poeta dei latini, Virgilio, che con la sua Eneide ha introdotto il mito del cavallo di Troia nella cultura occidentale. Sbagliando

Quello del cavallo di Troia è un mito che è nella memoria collettiva di tutto il mondo occidentale: gli Achei volevano conquistare la città di Troia e per farlo avevano finto di fare un regalo all'avversario, in segno di pace. L'idea del tranello fu di Ulisse e i troiani fecero entrare un cavallo di legno, all'interno del quale, però, si nascondevano i soldati. Una delle leggende più note della storia della letteratura mondiale, però, molto probabilmente è nata da un errore di traduzione. Francesco Liboni, l'archeologo che avrebbe svelato il mistero, ha dichiarato:

Se consideriamo l'iconografia, notiamo che tra le pochissime figurazioni del cavallo (venticinque in tutta la storia dell'arte antica), le prime si datano al VII secolo a.C., periodo cui risalgono le opere post-omeriche prese a riferimento da Virgilio. Questa scoperta, forse, non farà nascere nuove interpretazioni dei poemi di Omero e Virgilio ma sicuramente sfata un mito.

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