Il balletto Excelsior, eccellenza italiana all’Expo 2015
In questi giorni Milano è capitale del mondo con l’EXPO 2015 celebrata in ogni angolo del pianeta. Al pari del Teatro Alla Scala, palcoscenico ideale ed al contempo regale di questa Esposizione Universale con l’apertura del primo maggio sullo spartito de La Traviata e la duplice chiusura di 30 e 31 ottobre con il Gala des Etoiles. Proprio a dimostrazione dell’eccezionalità dell’evento coreutico di questi giorni, con un titolo scelto evidentemente non a caso, tornando al lontano 1881 con la prima rappresentazione del cosiddetto ballo grande Excelsior, coreografie di Luigi Manzotti e musica di Romualdo Marenco.
Più che ballo grande si direbbe magnifico, soprattutto per l’enorme mole di artisti, scene, comparse ed ore di lavoro. Un ballo-kolossal creato per celebrare le conquiste del progresso e del genio italico. Anche nel 1881 a proposito dell’Esposizione Universale scaligera. Corsi e ricorsi storici, dunque. Con il balletto Excelsior al centro di tutto. Un titolo tardo ottocentesco partorito con fervido patriottismo e afflato progressista da Luigi Manzotti (autore di libretto e coreografia), con le musiche di Romualdo Marenco e le scene di Alfredo Edel. Un kolossal che, pur rimaneggiato nei numeri (e nei costi davvero proibitivi), fu riproposto nel 1967 da Filippo Crivelli (regia), Ugo Dell’Ara (coreografie), Giulio Coltellacci (scene e costumi), Fiorenzo Carpi e Bruno Nicolai (revisione musicale) ritornando al teatro Alla Scala più volte, l’ultima nel 2012.
Comunque, i numeri destano ancora oggi impressione: 150 gli artisti in scena, di cui 90 ballerini e una ventina di allievi della Scuola di Ballo scaligera. La vetrina internazionale dell’Expo 2015 in corso a Milano è stata colta con tempismo perfetto dalla direzione artistica del Teatro Alla Scala che ripropone fino al 25 luglio il balletto Excelsior, vero kolossal della storia del repertorio ottocentesco. Con il direttore David Coleman sarà possibile apprezzare il ritorno sulle scene scaligere dell’étoile del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo Alina Somova, accanto a un partner d’eccezione come Federico Bonelli, principal del Royal Ballet che calca il rinnovato palcoscenico del Piermarini dopo una lunga assenza. Nelle stesse date, il cast vedrà in scena anche Marta Romagna, Mick Zeni, Virna Toppi e Antonina Chapkina. Insomma, una festa nella festa meneghina per gli appassionati di musica e balletto. Fra le nove recite che segnano il ritorno di Excelsior alla Scala per Expo 2015, segnaliamo la pomeridiana di sabato 18 luglio (ore 14,30), con biglietti venduti al 50% su tutte le disponibilità di posti. Protagonisti di questa recita saranno Antonina Chapkina (la Luce), Marco Agostino (l’Oscurantismo), Virna Toppi (la Civiltà), Nicola Del Freo (lo Schiavo) Marta Romagna (la Mora Indiana) ed Antonella Albano (la Folgore) ad ennesima dimostrazione che la danza, in vista del gran finale del Gala des Etoiles del 30 e 31 ottobre, è davvero di casa.
LA STORIA DEL BALLO GRANDE EXCELSIOR
Il “ballo grande” Excelsior, balletto all’italiana che celebra con ottimismo il passaggio dall’Ottocento al Novecento mediante le conquiste della tecnica e del progresso sociale, debuttò nel 1881 in occasione dell’Esposizione Nazionale di Milano. Protagonisti sono Luce, Oscurantismo, Civiltà, Fama, Valore, Invenzione, Concordia, Costanza, evocati dagli eroi del progresso scientifico e tecnologico del tempo, come l’italiano Alessandro Volta (quello della “pila”) o il francese Papin, accreditato come “inventore della prima macchina a vapore”. In effetti, gli ultimi tre decenni dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento furono caratterizzati da un grande sviluppo tecnologico accompagnato da radicali trasformazioni sociali: molte delle invenzioni che ancora oggi ci supportano nella vita di ogni giorno videro la luce (elettrica!) in quel periodo. È dunque perfettamente comprensibile l’entusiasmo, forse un po’ ingenuo e “all’ingrosso” che riempiva i cuori di Manzotti, Marenco ed Edel, in sintonia con il clima da “Belle Époque” incipiente. Giusto quindi, ancora oggi, lasciarsi ammaliare dai 32 fondali che accompagnano gli undici quadri in cui si articola il “ballo grande”, che ci trasportano dalla Spagna del “siglo de oro” (e della Santa Inquisizione) al villaggio ove Denis Papin sperimenta la prima macchina a vapore; fino a New York col ponte di Brooklyn, a Suez per l’inaugurazione del canale eponimo e naturalmente sul Moncenisio, dove il crollo dell’ultimo diaframma di roccia suggella l’amicizia tra Francia e Italia. E via con travolgenti galop e danze di gruppo, fra lo sventolio di bandiere di tutto il mondo, datesi convegno per celebrare Progresso, Fraternità e Amore universale, alla luce di un radioso Avvenire.