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Il 6 aprile 1520 moriva Raffaello Sanzio: le celebrazioni per i 500 anni del genio

Il 6 aprile ricorre il cinquecentesimo anniversario della morte di Raffaello Sanzio. Se ne andò a soli 37 anni, dopo quindici giorni di febbre alta, ma le ipotesi sulla morte restano ancora un mistero: colpa degli “eccessi amorosi” di cui ci ha parlato il Vasari, con conseguente sifilide, o fu avvelenato come sostengono altri? Intanto la pandemia di Coronavirus ha bloccato tutte le celebrazioni previste.
A cura di Redazione Cultura
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Il 2020 doveva essere l'anno di Raffaello, non del Coronavirus. Forse c'è ancora tempo, chissà. Fatto sta che oggi, 6 aprile 2020, ricorrono esattamente 500 anni dalla morte del genio Urbinate, l'uomo dal talento e dall'ingegno straordinario. La sua vita, l’arte e i suoi capolavori più importanti dovevano essere il fulcro dell'anno culturale italiano, con tanti eventi fra mostre, seminari e pubblicazioni, il tutto coordinato da un comitato scientifico voluto dal Mibact. E tutto rinviato, virus permettendo. Compresa la maxi mostra alle Scuderie del Quirinale di Roma, con 200 capolavori da tutto il mondo in attesa di essere ammirati dal pubblico italiano e di tutto il mondo. Oggi, intanto, 6 aprile 2020, il mondo celebra il genio della bellezza eterna di Raffaello Sanzio, morto mezzo millennio fa. Su quella morte, ancora oggi, grava un mistero. Ma quale?

Il mistero della morte di Raffaello 500 anni dopo

Raffaello Sanzio, "Ritratto di papa Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi" (1517-1518), Firenze, Galleria degli Uffizi
Raffaello Sanzio, "Ritratto di papa Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi" (1517-1518), Firenze, Galleria degli Uffizi

Comunque vada, il protagonista assoluto di questo 2020 resterà lui. Oggi, infatti, ricorre il quinto centenario dalla scomparsa dell'Urbinate. Il 6 aprile 1520, lo stesso giorno del suo compleanno, Raffaello muore dopo quindici giorni di febbre e salassi inutili. La reale causa della malattia resterà però un mistero: le ipotesi sono affascinanti, e contribuiscono a farci conoscere meglio anche la sua vita al di là dell’arte.

Fu una morte improvvisa che sconvolse e commosse tutti, come racconta un altrettanto emozionato Giorgio Vasari che, nella ricostruzione dei fatti, non tralascia di fare ipotesi curiose sulle cause di quella terribile febbre che si era portato via uno degli artisti più promettenti e osannati dell’epoca. Una fama e un potere che potrebbero celare, secondo altri, la reale causa della morte: in entrambi i casi, non una “banale” malattia.

Giorgio Vasari in persona ce ne parla: l’Urbinate, dedito ai piaceri della carne, sarebbe morto di febbre contratta proprio a causa dei suoi “eccessi amorosi”. Un modo più elegante, e certamente non scientifico, per rintracciare la ragione della scomparsa prematura dell’artista nella sifilide, o in qualche altra malattia venerea. Ad oggi si tratta anche dell’ipotesi più coerente con l’articolato racconto di “quindici giorni di malattia” con “febbre continua e acuta” che, sempre il Vasari, fa in “Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori”.

Raffaello, la grande mostra chiusa per Coronavirus

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La mostra "Raffaello.1520-1483" alle Scuderie del Quirinale di Roma, che avrebbe dovuto rappresentare il clou delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Raffaello, è purtroppo stata sospesa per l'emergenza sanitaria da coronavirus nel nostro Paese. Ad essere protagoniste avrebbero dovuto essere le opere realizzate dalla superstar rinascimentale, con ben 50 provenienti dagli Uffizi, che compongono la più spettacolare monografica mai dedicata a Raffaello. Mai prima d'ora, infatti, era stata riunita insieme prima d'ora una tale quantità di opere di Raffaello. In totale si tratta di oltre duecento capolavori tra dipinti, disegni ed opere di confronto, dedicata a Raffaello Sanzio, avvenuta a Roma il 6 aprile 1520 ad appena 37 anni.

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