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Il 13 aprile 1921 nacque Ugo Dell’Ara, il dimenticato signore della danza italiana

Novantacinque anni fa nacque il direttore artistico dei maggiori teatri d’Italia Ugo Dell’Ara. Al di là della ripresa coreografica del ballo grande Excelsior del 1967, nessun teatro detiene in repertorio però alcun titolo di uno dei più importanti uomini della danza italiana.
A cura di Massimiliano Craus
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Ugo Dell'Ara
Ugo Dell'Ara

La scomparsa di Ugo Dell'Ara del 2009 ha scosso il mondo della danza italiana con la consueta serie di messaggi di cordoglio e seminari qua e là volti a ricordare il nome ed il contributo del ballerino, coreografo e direttore romano. Da lì nulla o poco più, con sempre più sporadici appuntamenti in memoria dell'uomo e dell'artista tra i più significativi della cultura di danza eppure tra i più dimenticati. Oggi ricorre il suo novantacinquesimo anniversario della nascita con una giornata utile a ricordare il contributo coreutico essenziale di Ugo Dell'Ara nel secondo Novecento. Allievo della Scuola di Danza del Teatro dell'Opera di Roma e dell'insegnamento delle sorelle Placida e Teresa Battaggi, Ugo dell'Ara ha scalato rapidamente i vertici delle gerarchie delle compagnie di balletto dello stesso Teatro dell'Opera e del Teatro Alla Scala di Milano. Dopo aver interpretato i salienti titoli del repertorio, lo ricordiamo su tutti nella Giara di Aurel Milloss accanto all'etoile Attilia Radice. Assieme ad Adriano Vitale, Teofilo Giglio e Guido Lauri, Ugo Dell'Ara fece parte della nuova generazione maschile che, accanto alla Radice ed alle più giovani ballerine, permise al coreografo Aurel Milloss di mettere in scena stagioni che sono rimaste leggendarie nella storia del Teatro dell'Opera. Scritturato come primo ballerino al Teatro alla Scala di Milano nel 1946, fu l'acclamato protagonista della Follia di Orlando ancora di Aurel Milloss e poi di vari balletti, tra cui Mario e il mago di Léonide Massine.

Il contributo dell'espressionista Ugo Dell'Ara nella coreografia è di inestimabile valore ma ingiustamente dimenticato

EXCELSIOR, ph. Brescia ed Amisano -Teatro Alla Scala
EXCELSIOR, ph. Brescia ed Amisano -Teatro Alla Scala

All'alba del secondo Novecento, esattamente nel 1950, Ugo Dell'Ara coreografò il Carosello napoletano, uno spettacolo teatrale danzato, cantato e recitato ma che dopo il debutto alla Pergola è stato dimenticato a favore del film omonimo, coreografato da Léonide Massine, che ne riprese alcune delle idee originarie.  In quegli anni Ugo Dell'Ara fu poi chiamato a dirigere per sette anni il Corpo di Ballo del Teatro Alla Scala, giusto prima di ricoprire l'analoga posizione al Teatro San Carlo di Napoli per un altro lustro. Passò successivamente al Teatro Massimo di Palermo, al Teatro la Fenice di Venezia ed al Teatro dell'Opera di Roma. La sua attività di direttore fu sempre accompagnata da un certosino lavoro di ricerca coreografica, figlia della scuola espressionista di Aurel Milloss fatta propria da Ugo Dell'Ara e messa in scena più volte col piglio del suo illustre maestro ungherese. Significativa in questo senso fu l'Ouverture per le regine del 1957 coreografata sullo spartito di Franz di Liszt per l'apertura del terzo Festival di Nervi. Del resto Nervi con il suo festival fu la seconda amatissima casa di Ugo Dell'Ara, ideatore e curatore con Mario Porcile della celebre kermesse di danza. Anche lì si sono scritte memorabili pagine di cultura di danza, tutte firmate dall'intellettuale, direttore e coreografo Ugo Dell'Ara, spesso scopritore di talenti quali Carla Fracci, Paolo Bortoluzzi e Vittorio Biagi. Il cruccio mai abbandonato dal direttore romano è stato lo studio simbiotico di danza, musica, scultura e pittura alla stregua dei pionieri diaghileviani del primo Novecento. Si spiegano così le sue collaborazioni con  compositori  quali Franco Donatoni in occasione della rappresentazione de La lampara, poi rimesso in scena  per la compagnia del Marquis de Cuevas, Riccardo Chailly, Giorgio Gaslini, Salvatore Sciarrino, Sylvano Bussotti, così come con illustri pittori quali Carlo Carrà, Renato Guttuso, Fabrizio Clerici ed Aligi Sassu, tutto a cornice di un appassionato lavoro appannaggio della cultura di danza.

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