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I Mondiali del teatro: ecco gli 11 titolari

In vista dei Mondiali di calcio Brasile 2014 abbiamo stilato la nostra formazione della Nazionale Italiana Teatro guidata dal Ct Luca Ronconi.
A cura di Andrea Esposito
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In vista dell’ormai imminente inizio dei Mondiali di calcio Brasile 2014 e a seguito dell’annuncio da parte del Ct Prandelli della lista ufficiale dei convocati, abbiamo provato anche noi, per gioco, a stilare una formazione degli undici titolari che, ipoteticamente, scenderebbero in campo a rappresentare la Nazionale Italiana Teatro. È necessario premettere che i criteri adottati nella scelta dei singoli “giocatori” sono, se non arbitrari, quantomeno soggettivi; l’unica regola, se così si può chiamare, è che i convocati devono rispondere al seguente identikit: essere registi, avere il passaporto italiano, essere ancora in attività. Ma vediamo i vari reparti nel dettaglio.

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Commissario tecnico

In cabina di regia, nel ruolo che normalmente viene definito “allenatore”, ma che per la Nazionale assume la dicitura ufficiale di Ct, abbiamo piazzato una delle figure più autorevoli del teatro italiano, vale a dire, Luca Ronconi. Ciò che ha ispirato questa scelta non è certo un banale sentimento di riverenza verso l'anziano maestro, ma il fatto che Ronconi, al pari di un grande allenatore, ha dimostrato nella sua lunga carriera di possedere una caratteristica essenziale per questo ruolo: la duttilità. Egli infatti è stato, ed è ad oggi, uno che riesce a misurarsi con la messinscena di testi tra i più disparati: siano essi saggi, scritti scientifici, economici, classici della letteratura… Ed è quindi per questo, e per la lunga esperienza che pure non guasta in simili circostanze, che lo sistemiamo in panchina, affidandogli il compito di elaborare le strategie tattiche. Lo schema da lui scelto è il 4-3-3: offensivo, ambizioso e che richiede grande velocità sulle fasce.

Portiere

Qui le cose si sono subito complicate, poiché decidere a chi affidare un ruolo tanto gravoso e in più così atipico, non è cosa facile. Tuttavia proprio l' “atipicità”  di questo ruolo ci ha suggerito la soluzione. Il portiere, infatti, pur essendo un giocatore a tutti gli effetti, in pratica non è un calciatore, nel senso che non gioca con i piedi (o comunque li usa molto poco). Inoltre per lui valgono regole diverse: innanzitutto può usare le mani, in più generalmente si muove solo nella sua “area” e infine non può essere “toccato”. Dunque, chi potrebbe rispondere nel mondo del teatro a tali caratteristiche, contrappesando allo stesso tempo la scelta di un Ronconi Ct? Per noi è Eugenio Barba, figura storica della regia, assoluto outsider della scena che, piaccia o meno, si è guadagnato nel corso degli anni uno status di “intoccabile”. A lui, inoltre, affidiamo la fascia di capitano.

Difesa

Per la difesa abbiamo optato per quattro registi che, pur essendo distanti tra loro sia anagraficacmente sia dal punto di vista poetico, hanno in comune il fatto di rivolgere la propria ricerca in ambiti molto specifici: pertanto la coppia centrale è costituita da Marco Martinelli (per la sua non-scuola) e Pippo Delbono (per l'attenzione verso gli emarginati), coadiuvati sulle fasce da Armando Punzo (per il lavoro con i reclusi di Volterra) e Mimmo Borrelli (per il lavoro sul dialetto) che garantiscono, con la loro fisicità, un grosso lavoro di spinta sulle fasce.

Centrocampo

Per il centrocampo abbiamo voluto puntare sull’esperienza senza però rinunciare anche alla freschezza. Nel ruolo di “regista” troviamo quindi Ascanio Celestini, scelta apparentemente paradossale (è forse il “meno regista” di tutti gli altri), ma che in realtà risponde al fatto che Celestini, secondo noi unico superstite del  “teatro narrazione”, pur mutando i suoi mezzi di espressione (dal teatro, al cinema, alla tv…) svolge un lavoro sulla parola assolutamente fondamentale. E sono i proprio i fondamentali l'arma vincente del trequartista! Accanto a lui troviamo due formazioni che, in modo sostanzialmente diverso, lavorano sulla grammatica e sugli elementi legati al visivo: quindi da un lato abbiamo, i Motus e dall’altro Ricci/Forte. Entrambi apportano al reparto un contributo di vivacità e un pizzico di aggressività che proprio a centrocampo torna sempre utile.

Attacco

Per il tridente d’attacco abbiamo scelto tre nomi, di cui due in particolare, condividono un aspetto secondo noi essenziale per una squadra “contemporanea”, del “presente”: e cioè il disagio verso la tradizione o comunque la volontà non tanto di ri-nnovare il linguaggio della scena, quanto di rifondarlo, di fare una sorta di reboot; ecco perché la coppia più avanzata è costituita da Romeo Castellucci e Antonio Latella, per noi, i due più grandi goleador del teatro italiano contemporaneo, coadiuvati dall’estro, incontenibile e per questo un tantino discontinuo, di Emma Dante che pure del rapporto/scontro con la tradizione ha fatto uno dei suoi punti di forza. Ciò detto, non ci resta che tifare Forza Italia invitandovi, se non condividete le nostre contestabilissime scelte, a fare voi la vostra Nazionale Italiana Teatro. Buon Mondiale!

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