I libri diventano quadri, feticci per veri appassionati da appendere in salotto
Originalissima l'idea della casa editrice siciliana Verbavolant, che propone i "libri da parati", si dispiegano parola dopo parola, profumano di carta stampata e poi quando si finisce di leggerli diventano degli adorabili quadretti da appendere al muro. Per veri appassionati, il libro è anche oggetto di design, oltre che uno straordinario strumento di evasione, come ricorda lo stesso nome della casa editrice, "Verbavolant", come se le parole uscissero dai libri e conducessero i lettori, con uno slancio di fantasia, a braccetto nel loro quotidiano o in punta di piedi segretamente verso altri mondi.
Molto più che libri, parole volanti e quadretti da ammirare
"Verbavolant" si trova nella storica città di Siracusa, alla Borgata, un quartiere costruito nella seconda metà dell’800, fuori dall’isola di Ortigia, conosciuto con accezione più popolare anche come “u Scogghiu”. Il progetto è il risultato di una coraggiosa scelta dell'ideatrice Fausta Di Falco, che ha preferito tuffarsi nel mare incerto dell'editoria attuale pur di realizzare un piccolo grande sogno. L’editrice, ha definito così la sua iniziativa:
Il mio rapporto con la carta è antico. Da bambina mi divertivo a realizzare libri e quaderni in miniatura, preferivo le cartolerie ai negozi di giocattoli e collezionavo carta di tutti i tipi per ricoprire oggetti disparati, oltre a quaderni di varia foggia. Per questo motivo ci tenevo particolarmente a creare dei libri che andassero oltre il contenuto e fossero belli da sfogliare, ma non era abbastanza: volevo che il libro stesso divenisse a sua volta un oggetti di arredo, un oggetto di design, che non smettesse di vivere una volta letto.
Una principessa con la passione per la scrittura, la dolce fiaba nei libri da parati
I libri da parati sono diventuti così uno dei tratti distintivi di Verbavolant, tra i titoli proposti in questo formato c’è "La principessa che scriveva": le parole sono di Nerina Fiumanò mentre le illustrazioni, eteree e candide, sono di Angelo Ruta, che racconta a Fanpage.it:
Ciò che mi ha colpito in questa storia ha a che fare con il corpo femminile. La principessa è felice, a suo modo, chiusa nel suo mondo. Quando la guerra devasta il suo equilibrio la principessa, anziché contrapporsi alla violenza, la accoglie in sé. Utilizza la scrittura e il suo corpo in senso catartico, per purificare se stessa e il suo regno. Trovo in questa reazione una opposizione resiliente alla violenza e al sopruso. Una opposizione fragile e vincente, profondamente intrisa di femminilità.
I lettori ideali sono principalmente bambini o giovani, se non anagraficamente almeno nell'anima, che prediligano storie di fantasia e surreali come la linea editoriale promette, ma questa è una fiaba in grado di far sognare anche gli adulti con la storia di una bella principessa con la passione per la scrittura, che la salverà dalla prigionia conducendola verso vie imamaginarie. La fiaba ci ricorda che vale la pena non abbandonare mai quello che amiamo, una storia a lieto fine che merita di essere incornciata in un quadretto.