I dieci libri più significativi del 2014
Non necessariamente i più belli o i più venduti, ma talvolta proprio i più belli e in alcuni casi anche i più venduti. O, se si preferisce un comodo eufemismo chrometofobico, i più letti. In ogni caso si tratta di libri che dal nostro punto di vista hanno condizionato l’anno che sta passando, l’anno che è agli sgoccioli, perché è inutile fingere che queste righe non siano scritte per espletare un formulario preciso, per aderire alla convenzione che vede terminare l’anno solare domani notte. Mettendo da parte l’opinione di Gramsci, che voleva che ogni giorno fosse il suo capodanno.
Non è una classifica, le classifiche sono troppo complesse: è un piuttosto un prontuario della memoria. Dieci libri significativi del 2014. Perdonateci se abbiamo omesso qualcosa, o se non siete d’accordo.
- Dave Eggars, Il Cerchio. È un libro che ha suscitato molto dibattito fra
pubblico e critica e senza dubbio è stato un successo letterario a tutto tondo. Come ha notato Carla Benedetti, è molto più di un romanzo di distopico post-novecentesco. Bensì prova a concepire il grande cerchio etnico che ci circonda e che ci siamo costruiti: è un tentativo di leggere la rete internet come qualcosa che incide nel profondo l’immagine che l’uomo ha di se stesso. A quest’ardita sensibilità deve il suo successo.
- La Cresta dell’onda di Thomas Pynchon. La nostra menzione non è solo l’omaggio ad un autore di successo acclarato, grande vecchio della letteratura statunitense: nasce piuttosto dalla consapevolezza che Pynchon è, da un punto di vista strettamente letterario, un autore estremamente attuale, un autore non solo simbolo del secondo Novecento, ma vivo e presente attraverso la sua ricerca narrativa.
- El Especialista de Barcelona di Aldo Busi. Ripubblicato di recente da Baldini e Castoldi. Il fatto che Busi abbia costruito sapientemente una sua maschera mediatica (e abbia fatto in modo di essere una coscienza indipendente e aliena a qualsiasi compromesso socio-antropologico) non ci deve distrarre dal dato oggettivo che Busi è uno dei migliori scrittori italiani (ed europei). A prescindere dal fatto che lui stesso lo ribadisca ogni volta che può. Il suo ultimo, importante, lavoro lo dimostra a modo suo.
- I Lanciafiamme di Rachel Kurshner. Perché è un romanzo
che promette molto
da parte di chi lo ha scritto e sembra continuare la grande tradizione che questo genere porta con sé. Un devoto racconto dell’umano e delle relazioni che lo caratterizzano, con una sapienza che colpisce per un'autrice al secondo lavoro e fa ben sperare per il futuro di questo tipo particolare di opera letteraria, appunto il romanzo, che richiede molta attenzione e capacità.
- Storia della bambina perduta è l’ultimo di una nota saga di Elena Ferrante ed è una menzione inevitabile: quest’autrice infatti ha riportato in auge un senso nobile della letteratura commerciale: affabulatoria, precisa e mai scadente, in grado di ottenere un larghissimo consenso trasversalmente presso un pubblico e una critica intercontinentali.
- L’incolore Tsatsaki Tsukuro di Murakami Haruki. Murakami è un autore difficile da inquadrare, a volte sembra un grande scrittore e altre volte, invece… in ogni caso ha trovato una cifra letteraria molto personale e di grande successo, coerente e dinamica. L’ultimo suo libro è una storia di amicizia frustrata, incomprensibilmente frustrata e che lo conferma, comunque, come un autore prolifico e colto.
- Pour que tu ne te perde pas dans le quartier è la nostra simbolica
menzione
dell’ultimo libro di Patrick Modiano, il laureato Nobel 2014. In un’intervista recente, subito dopo il premio, Modiano ha risposto alle domande con onesto stupore, quasi oseremmo dire candore: quello di chi ammette con semplicità di scrivere da una vita intera sempre lo stesso libro. E questo è l’ultimo risultato, non ancora tradotto, di un tale lento lavorio interiore.
- Ci avviciniamo alla fine: Una stella incoronata nel buio di Benedetta Tobagi ci ha colpito molto: è il resoconto umano delle vicende della strage di piazza della Loggia, a quarant’anni dall’anniversario. Un libro in grado di fondere lo spirito di inchiesta con l’arte narrativa, in grado di storicizzare con grande serietà una delle epoche più significativamente misteriose del nostro immediato passato.
- Scritti insurrezionali, Antonio Moresco. Una menzione dovuta ad uno scrittore dalla vitalità mentale e letteraria uniche, un talento puro e strabordant
e che non ha mai guardato in faccia nessuno al solo fine di guardare in faccia se stesso e pur di fare letteratura. Menzioniamo una raccolta di saggi: altre sue opere significative appartengono ad altri anni. Sono necessari questi articoli, però, a chi volesse capire di più il suo complesso progetto letterario.
- Il primo posto deve andare ad un commiato a Mark Strand. Voce poetica unica, di cui non possiamo in queste poche righe riassumere certo valore e ricchezze. Quest’anno lo ha portato con sé: il poeta si è spento il 30 Novembre scorso. Le sue prose poetiche sono recentemente pubblicate da Mondadori in Quasi invisibile.