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Dialetti d'Italia

I dialetti specchio di cultura: da Sud a Nord, ad ognuno il suo “pezzotto”

Il dialetto esprime molto più di un semplice significato: è cultura, tradizione che sopravvive fino ad oggi. Come sopravvivono alcuni termini molto particolari: in napoletano ad esempio, “pezzotto” è una parola davvero curiosa.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il dialetto non è solo questione di lingua: è espressione di una cultura, di usi e costumi particolari, che grazie anche al linguaggio sopravvivono ancora oggi veicolando significati molto spesso dimenticati, inspiegabili. Chiunque sia stato a Napoli almeno una volta sia per vacanza che per lavoro ha avuto modo di conoscere, o addirittura vedere nella sua “realizzazione concreta”, il termine “pezzotto”. Ma cosa vuol dire questa parola e, soprattutto, è proprio vero che è ad uso esclusivo dei napoletani?

Si tratta del più comunemente noto “falso”, anche se il termine italiano non rende appieno la grande varietà di sfumature che nel tempo questa parola ha assunto fra i parlanti più e meno giovani. Possono essere “pezzotte” una borsa, una giacca o un paio di scarpe, e risultare “appezzottate” anche merci meno comuni come pezzi di ricambio per i computer o i sistemi operativi (tutto dipende dall’abilità di colui che “appezzotta”). Ma nel parlare quotidiano affibbiare l’appellativo di “pezzotto” può voler significare anche lo scarso valore economico o il fatto che un determinato oggetto sia rotto, o difettato.

Dal Sud al Nord, ad ognuno il suo pezzotto

Se in questo caso l’evoluzione semantica della parola è stata tanto rapida da determinare l’impossibilità di definirne l’etimologia esatta, pochi sanno che Napoli non è l’unica a possedere nel suo personalissimo vocabolario la parola “pezzotto”: si tratta di un termine antico, di incerta provenienza ma riccamente attestato in una serie di contesti d’uso diversi fra loro in molte regioni italiane.

Uno degli usi più comuni del termine sembrerebbe essere quello di designare i pezzi di stoffa che venivano aggiunti ai vestiti o alle camicie per rattoppare i buchi. Anche intuitivamente si comprende, grazie a questo esempio, il significato più ampio di oggetto raffazzonato e messo insieme alla peggio che anche il napoletano ha adottato. Una tradizione differente, di incerta provenienza territoriale, vuole invece che il pezzotto fosse il ripiano utilizzato dai falegnami per tenere fermo il “pezzo”, appunto, da lavorare.

Provenienza geografica e significato attestati invece per quanto riguarda i “pezzotti” valtellinesi: il Grande dizionario d’uso curato dal compianto Tullio de Mauro ci spiega come il termine sia riferibile ad un particolare tipo di tappeto tipico della regione lombarda, prodotto mettendo insieme i vari pezzi di stoffe in disuso. A Genova, invece, il pezzotto designa il tradizionale scialle floreale di cotone indossato dalle donne nei giorni di festa.

Insomma, se nell'immaginario comune la città partenopea sarebbe la patria indiscussa delle merci “appezzottate” tanto da coniare un termine unico, intraducibile, per designare la particolare inclinazione a produrre il falso, c’è da dire che in questo caso la storia dei dialetti ci aiuta a comprendere come ogni cultura, da Nord a Sud, abbia il suo “pezzotto”.

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