I Bronzi di Riace ormai dimenticati dal 2009

E' dal 23 dicembre 2009 che attendono di essere esposti in pubblico. 1.291 giorni nel dimenticatoio e la drammatica prospettiva di allungare questo oblio per altri otto mesi, almeno. E' il destino dei Bronzi di Riace, attualmente adagiati in una sala di palazzo Campanella a Reggio Calabria, quasi come se fossero un pacco dal destinatario ignoto. Il problema, oltre che artistico, è sopratutto economico, come spiega il Corriere della Sera. Il Museo della Magna Grecia, luogo dove le famose statue sono state esposte per 28 anni, è stato chiuso il 24 dicembre di tre anni e mezzo fa, ufficialmente per la realizzazione di alcuni restauri, ma la lievitazione del prezzo dei lavori – da 10 a 33 milioni di euro – ne ha causato la sospensione.
L'ultimo appalto da 5 milioni per l'allestimento delle sale con i fondi europei, che alla fine sono saltati fuori, doveva essere chiuso il 6 giugno scorso. Invece è slittato al 15 luglio. E siccome il bando stabilisce 180 giorni dalla data di consegna dei lavori al vincitore della gara, ecco che se tutto andrà per il verso giusto ben difficilmente i Bronzi potranno tornare al loro posto prima della primavera 2014 inoltrata.
Ci sarebbe l'ipotesi del trasferimento in un'altra città, di fronte alla quale però la città ha sempre digrignato i denti: dieci anni fa, infatti, un referendum proposto dell'allora governatore calabrese Giuseppe Chiaravalloti di realizzare due copie delle sculture di importanza planetaria da far viaggiare e ammirare in tutto il mondo venne seccamente respinta. Un comitato espresse indignazione per l'idea di "trasferimento e clonazione dei Bronzi". Eppure basta dare un'occhiata ai dati del ministero dei Beni culturali per farsi un' idea dell'attenzione che veniva riservata alle statue anche quando erano esposte nelle sale del museo ora chiuso: appena 61.805 nel 2007, 50.085 nel 2008, per scendere a 36.136 nel 2009. Un ventisettesimo delle persone che erano accorse a vedere i Bronzi a Firenze, 30 anni prima. Insomma, come già successo per il sito archeologico di Pompei, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un esempio di scarsa valorizzazione dell'immenso patrimonio artistico del Belpaese.