Hassan Hajjaj, l’Andy Warhol di Marrakech: quando il Nordafrica incontra la Pop Art
Ama descrivere la sua arte come “arte per la gente”, anche se molte delle sue opere ad un primo sguardo non risultano per niente semplici: la cultura hip hop si unisce al patrimonio culturale nordafricano per creare immagini molto forti, sia dal punto di vista formale che concettuale. Ma Hassan Hajjaj è divenuto negli ultimi decenni un vero e proprio fenomeno “pop”, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Andy Warhol di Marrakech”.
Hassan nasce a Larache, in Marocco, nel 1961, e negli anni Ottanta si trasferisce a Londra dove vive ancora oggi. Autodidatta, negli anni ha sperimentato le più diverse forme artistiche: dalla fotografia alla performance, passando per l'arredamento d'interni e la moda, il suo stile inconfondibile è divenuto un vero e proprio “marchio” sotto il quale, con abilità e una certa dose di eccentricità, si fondono gli elementi propri della tradizione marocchina con l'immaginario pop dell'underground londinese.
Dimostrare che il suo Paese non è soltanto tè alla menta e cammelli: questa l'idea con la quale Hassan inizia, quasi per gioco ed esclusivamente per gli amici, a fare fotografie. Dietro le immagini ricche di colori e movimento questo artista nasconde un'intenzione ben precisa: quella cioè di raccontare un volto diverso ed inusuale del Marocco, molto differente da quello che l'Occidente ha sempre percepito.
È questo il senso, ad esempio, di una delle sue opere più famose, “Kesh Angels”: donne bellissime, coperte dalla tradizionale djellaba ma griffate dalla testa ai piedi, che guidano vistose motociclette. Un mix molto forte di iconografia religiosa, consumismo e lusso che per Hassan rappresenta il modo più semplice e diretto per scardinare i pregiudizi sul suo Paese.
Non solo fotografia: la moda e il cinema
Con le sue donne griffate Hassan Hajjaj è divenuto famoso in tutto il mondo: ha appena inaugurato la sua prima mostra ufficiale in Gran Bretagna, ospitata alla London's Somerset House, dopo aver fatto il giro di importanti istituzioni museali come il il Brooklyn Museum di New York, il British Museum e il Los Angeles Museum of Contemporary Art. Ha da poco rilanciato la sua etichetta di moda, la “RAP London”, e presentato il suo primo lungometraggio, “Karima”.