Non si hanno più notizie di Hamlet Lavastida, l’artista da giugno recluso a Cuba
Lo scorso 21 giugno, di rientro da un soggiorno presso la galleria berlinese Kunstlerhaus Bethanien, Hamlet Lavastida, giovane artista grafico cubano di fama internazionale, è stato fermato dalla polizia all’aeroporto de L’Avana e costretto al regime di quarantena che, da protocollo, viene imposto a tutti i visitatori come misura preventiva contro il Covid.
Dopo qualche giorno, però, la situazione è precipitata: è accaduto la mattina del 27 quando, esaurito il periodo di isolamento, Lavastida è stato preso in custodia e condotto in una cella d’isolamento del carcere di Villa Marista all’Avana – noto per ospitare prigionieri politici – nonostante il fatto che non fosse stata sollevata alcuna accusa contro di lui.
Perché Lavastida è stato arrestato?
Qualche giorno dopo, a scoperchiare il vaso di Pandora ha pensato la poetessa cubana Katherine Bisquet, che ha avuto la possibilità di visitare Lavastida in carcere. Con un post su Facebook, Bisquet ha fatto sapere che le indagini e le accuse rivolte all'artista cubano erano dovute alla circolazione di alcuni screenshot prelevati da una chat privata di Telegram utilizzata dai membri del movimento N27 (il collettivo liberale e controrivoluzionario di cui Lavastida fa parte), che sono giunti all'attenzione del conduttore televisivo Humberto López, legato al canale filo-governativo NTV Nacional.
Nella conversazione, Lavastida suggeriva l'idea di contrassegnare alcune banconote con i loghi del 27N per poi riversarle in parchi, strade e altri spazi pubblici come segno di opposizione nei confronti del governo. Anche se questa idea non è mai stata messa in pratica o resa pubblica da alcun membro del collettivo, secondo Amnesty International è stata sufficiente per etichettare l'azione come “istigazione a commettere un crimine”.
Da allora le notizie sul conto di Lavastida scarseggiano: è scomparso dalla scena pubblica e, al netto di una telefonata con la madre riportata da poche fonti, finora è regnato il silenzio.
Chi è Hamlet Lavastida?
Laureato all’Istituto d’arte superiore de L’Avana, città in cui è nato nel 1983, Lavastida è conosciuto in patria per la sua intensa attività di artista controrivoluzionario, portata avanti anche attraverso le sue performance vistose e difficilmente fraintendibili.
Il suo lavoro è indirizzato alla decostruzione della tradizionale propaganda politica e militare castrista: servendosi di un coltello X-Acto, l'artista prova a dissacrare l’iconografia propria di istituzioni considerate intoccabili, come ad esempio il logo del Partito Comunista, nel tentativo di demistificare gli strumenti della propaganda. Non a caso, dal 2011 al 2015, è stato allontanato da Cuba per le sue attività di aperto contrasto nei confronti del governo.
La militanza antisocialista di Lavastida
A causa della sua produzione artistica, Lavastida figura nella lista dei sei prigionieri di coscienza di cui Amnesty International ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato, insieme ad altri artisti e attivisti come Luis Manuel Otero Alcántara, esponente del Movimento San Isidro, nato per contestare la legislazione sulla censura dell’arte, e José Daniel Ferrer García, leader del partito di opposizione non registrato “Unione patriottica di Cuba”, arrestato lo scorso 11 luglio a Santiago de Cuba, mentre si stava unendo a un corteo di manifestanti, da alcuni agenti di sicurezza che lo stavano pedinando. Com'è facile intuire, l'arresto di Lavastida è da ricollegare al suo atteggiamento critico nei confronti del socialismo cubano e, soprattutto, alla la sua militanza nel summenzionato gruppo d’opposizione N27, un collettivo di artisti, giornalisti e intellettuali che si oppone alle limitazioni che, a loro detta, il governo imporrebbe all’arte e alla libera manifestazione del pensiero.
La formazione è composta da attivisti che gravitavano attorno al movimento San Isidro, nato nel 2018 in opposizione alle politiche liberticide di Miguel Diaz-Canel, ed è stato fondato nel novembre dello scorso anno, durante una manifestazione davanti al ministero della Cultura de L’Avana, organizzata al fine di chiedere il rilascio del rapper Denis Solís e durata più di dieci giorni. La protesta è stata sedata nella notte tra il 26 e il 27, quando la polizia ha fatto irruzione nella loro sede, situata nell’omonimo quartiere della capitale cubana, arrestando 15 persone. Le attività del gruppo hanno esercitato sin da subito una forte influenza sui movimenti di piazza pro-democrazia, che da allora hanno fiancheggiato la loro causa.
Gli appelli per la liberazione di Lavastida
Secondo i membri del collettivo N27 e una parte d'opinione pubblica, il governo starebbe utilizzando strumentalmente l’incarcerazione di Lavastida per sedare ogni forma di dissenso: da un lato, infatti, rappresenterebbe un segnale forte e disincentiverebbe gli artisti dissidenti all’estero a rientrare nel Paese; dall’altro, potrebbe essere utile per invogliare coloro che sono rimasti a Cuba ad andarsene.
Con l'acuirsi delle proteste iniziate lo scorso 11 luglio, alcuni gruppi di attivisti stanno esercitando pressioni per giungere al più presto alla liberazione dell'artista. La detenzione di Lavastida ha scatenato anche la reazione di alcuni e attivisti e organi d’informazione extra-nazionali, che in questi mesi hanno scelto di mobilitarsi per la sua causa (in Italia lo ha fatto soprattutto Artribune, postando diversi appelli per la liberazione dell’artista sulla homepage del sito).