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Gusmão e Paiva in mostra a Milano

Una “esposizione cinematica” per immergersi nel mondo misterioso delle proiezioni di João Maria Gusmão e Pedro Paiva. Fino al 26 ottobre HangarBicocca ospita la più grande retrospettiva italiana del duo portoghese.
A cura di Gabriella Valente
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Avvincente, originale, inconsueta: è la mostra Papagaio, la più ampia retrospettiva italiana degli artisti di Lisbona Gusmão e Paiva. HangarBicocca, il fascinoso e vasto spazio della Pirelli votato all’arte contemporanea dopo la riconversione dello stabilimento industriale Ansaldo-Breda, offre al visitatore un’esperienza immersiva nell’universo misterioso ed esotico del duo portoghese.

 

Gli artisti

João Maria Gusmão (1979) e Pedro Paiva (1977) lavorano insieme dal 2001 a Lisbona. In Italia li abbiamo visti l’anno scorso nel Palazzo Enciclopedico della Biennale di Venezia, e già lì la loro fama era attestata a livello mondiale, con tante mostre personali e partecipazioni ai più grandi eventi artistici internazionali. Dalla scultura alla fotografia, dalle installazioni ai film, fino ai libri d’artista, la produzione di Gusmão e Paiva cresce su un’incredibile tessitura di riferimenti culturali che guardano a Newton e a Darwin così come a Hugo, Jarry, Bergson, Pessoa, Daumal, o ancora ai fratelli Lumière e a Méliès. Il risultato di questa cultura si concretizza sorprendentemente in immagini oniriche, in visioni esotiche che parlano un linguaggio remoto, diverso dai consueti codici occidentali.

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La mostra

Curata da Vincente Todolí, la mostra Papagaio si concentra su lavori legati alla cinematografia e alle immagini proiettate. Definita dagli artisti “a cinematic exhibition”, si snoda nel buio del grande spazio di HangarBicocca dove sono posizionati decine di proiettori a trasmettere filmati muti in 16mm su pannelli che creano un ampio e suggestivo labirinto. Accompagnato dal rumore dei proiettori, unica colonna sonora della mostra, il visitatore percorre liberamente l’ambiente, attraversa fasci di luce, si sofferma sull’uno o sull’altro film, mentre la sua visione periferica è costantemente sollecitata dalle immagini trasmesse dai proiettori vicini. La mostra è concepita come un’unica grande installazione, una sorta di caleidoscopio dove i film sono trasmessi in contemporanea e dove è di estrema rilevanza la fisicità del mezzo, il proiettore con la pellicola, che è parte dell’opera tanto quanto l’immagine proiettata.

Le opere

Realizzati tra il 2004 e il 2014, in mostra ci sono 36 film su pellicola 16mm, di cui 10 inediti. Tutti di breve durata, dai 2 ai 7 minuti circa, eccetto uno, quello che dà il titolo alla mostra, che dura 43 minuti: per quest’ultimo è stato allestito un piccolo cinema dove il pubblico può sedersi a guardare un documentario allucinatorio e allucinato, girato su una spiaggia dell’arcipelago di São Tomé e Príncipe, che riprende, sempre senza sonoro, una delirante cerimonia animista con rito di possessione e trance collettiva. Gli altri film sono come brevi racconti, frammenti di realtà, dettagli naturali, azioni di animali, avvenimenti consueti: dalla produzione di spaghetti a una tartaruga che esce dal suo guscio, dalla lavorazione del vetro alla dissezione di un albero con una motosega, da ruote in movimento a pappagalli che dicono “buongiorno”. In aggiunta, sempre sul tema della visione e dell’ottica, Gusmão e Paiva hanno realizzato 3 Camere Oscure, vere e proprie stanze chiuse che, attraverso lenti e dispositivi elettrici, quasi magicamente proiettano sulla parete esterna bellissime immagini in movimento.

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La tecnica

Tutti i lavori esposti esplorano eventi semplici e reali che però sono così trasfigurati, ravvicinati o rallentati da sembrare irreali: attraverso slow motion e close up estremi, attraverso l’utilizzo sofisticato di ombre e attraverso le riprese effettuate con una High Speed Camera che registra a una velocità di oltre 3000 fotogrammi al secondo cogliendo dettagli impercettibili, i film acquistano un valore enigmatico e magico. Queste “narrazioni poetico-filosofiche” appaiono quindi come vecchi documentari che raccontano fenomeni elusivi e inspiegabili, a metà strada tra la realtà e l’artificio.

L’aspetto metaforico

Quello che sembra accomunare le creazioni del duo portoghese è un aspetto metaforico, poetico e misterioso celato dietro la realtà comune. Il naturale e il reale diventano sovrannaturali, il meraviglioso e il disturbante del quotidiano si caricano di significati spiazzanti e indecifrabili. Tramite la descrizione di eventi semplici, Gusmão e Paiva creano metafore di portata universale. Emblematico in questo senso è uno dei più recenti film in mostra, Cross Eyed Table Tennis, dove, a rallentatore, il movimento di una pallina durante una partita di ping pong è seguito dallo sguardo di due uomini strabici: la divergenza tra gli sguardi e il movimento della palla racconta l’illusione della percezione e simboleggia l’impossibilità per l’uomo di cogliere la realtà attraverso i propri sensi.

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Orari

Esperienza intima e spettacolare, Papagaio è allestita in HangarBicocca fino al 26 ottobre e visitabile gratuitamente dal giovedì alla domenica, dalle ore 11 alle 23.

Immagini: João Maria Gusmão + Pedro Paiva. Papagaio. Installation views Fondazione HangarBicocca, 2014. Photo Agostino Osio. Courtesy Fondazione HangarBicocca.

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