Le valli delle Montagne Rocciose nascondono un luogo dove la sofferenza svanisce e ogni felicità è possibile, in apparenza. Nel suo nuovo romanzo, Jeffery Deaver torna nelle terre selvagge dell’Ovest, oltre le porte della "maledetta" Fondazione Osiride. Perché se al mondo tutto ha un prezzo, non sarà certamente la felicità a farvi sconti. Dopo "Il gioco del mai" Deaver, autore best seller, uno dei maestri del thriller americano, torna in libreria con "Gli eletti" (Rizzoli) in cui riappare il personaggio di Colter Shaw.
Chi è Colter Shaw?
È un ‘cercatore di ricompense'. Viaggia in tutto il paese alla ricerca di persone scomparse per raccogliere la ricompensa offerta. Ma non gli importa davvero dei soldi. Quello che gli piace delle ricompense è che rappresentano una sfida, un problema che nessun altro può risolvere.
Ne "Gli eletti" si troverà davanti a un'altra sfida, dopo quella de "Il gioco del mai"…
Sta cercando due neonazisti che hanno sparato in una chiesa e sono fuggiti, ma la storia all'improvviso cambia e Shaw si ritrova sotto copertura in una setta pericolosa dove deve salvare delle persone sottoposte a controllo mentale e abusi. Il romanzo è un tipico libro di Deaver. Si svolge in pochi giorni e ha molti colpi di scena. Garantisco che i lettori rimarranno scioccati dal finale (sì, ci sono diverse sorprese!)
Cosa pensi quando qualcuno ti definisce un "maestro" del thriller. Uno scrittore può mai diventare un maestro?
Devo confessare che adoro quando qualcuno mi chiama "maestro"! Ma sollevi un ottimo punto: sono consapevole, quando inizio un nuovo romanzo (finora ne ho scritti quarantatré), di sentirmi ancora come se fosse il primo. Temo sempre di non riuscire a fare un buon lavoro. Tuttavia se definiamo "maestro" qualcuno che ha sviluppato una serie di abilità che sono necessaria per scrivere un libro che piacerà ai lettori e che lavora instancabilmente per applicare tali abilità, allora sì, penso che "maestro" sia un termine giusto per definirmi. Ma la verità è che noi scrittori non possiamo mai smettere di riposare.
Nel tuo romanzo c'è una fondazione che accoglie le persone in cerca di felicità. Per molte persone nel mondo, a lungo, questo posto è stato gli Stati Uniti, tuttavia negli ultimi anni stiamo assistendo alla fine di questa possibilità. Pensi che gli Stati Uniti possano ancora essere la terra della felicità per qualcuno?
Stiamo vivendo un momento molto buio in America – metterò da parte la pandemia, che ha colpito l'Italia tanto quanto gli Stati Uniti – e mi concentrerò solo sulla politica. In questo momento stiamo attraversando le fiamme del razzismo e della divisione. Negli Stati Uniti ci sono sempre state posizioni molto diverse tra loro, anche controverse, ma non ho mai assistito ai livelli di rancore e odio così come li stiamo vedendo adesso nella mia vita. Molto di ciò che sta accadendo è responsabilità di Donal Trump, che non cerca di unire le persone, ma di aumentare la divisione, poiché ritiene che ciò lo rafforzerà alle prossime elezioni presidenziali. Tuttavia, devo spezzare una lancia in favore del mio Paese, dove vivono persone generose, brillanti e laboriose che fanno molto bene. Credo che questi tempi difficili passeranno, intravedo già degli elementi positivi all'orizzonte…
Come le proteste del movimento Black Lives Matter dopo l'uccisione di George Floyd?
La morte di George Floyd è stata, purtroppo, solo la tragedia più nota che ha coinvolto un uomo nero ucciso o gravemente ferito inutilmente dalla polizia. La protesta pacifica e il movimento Black Lives Matter (non i rivoltosi e i saccheggiatori idioti) continuano a crescere e credo che sarà un elemento decisivo per il cambio di direzione negli Stati Uniti che auspico. Il trattamento che le persone di colore ricevono nel nostro Paese, sin dalla sua fondazione, è il peccato originale di una nazione e una macchia sul nostro presente. È tempo di intensificare il cambiamento. Non aiuta il fatto che il nostro presidente stia provando a dividere la società americana.
Pensi che il Coronavirus avrà un impatto sulle tue storie in futuro?
No. Sto scrivendo le mie storie come ho sempre fatto: una nuova con Lincoln Rhyme e una nuova con Colter Shaw, che intendo pubblicare l'anno prossimo. Ho deciso che continuerò a fare ciò che mi fa sentire a mio agio: Shaw e Rhyme rintracciano serial killer e sfuggono ai prigionieri. Il cielo sa che ce ne sono ancora molti in giro!