“Cenerentola” al Teatro di San Carlo, il debutto di Giuseppe Picone da coreografo
Ci tenevamo molto alla rappresentazione di questo titolo assente da così tanti anni ma, soprattutto, volevamo che fosse il nostro direttore del corpo di ballo Giuseppe Picone a creare una Cenerentola nuova di zecca. Credo che questo sia il vero benvenuto da rivolgergli, anche se sono passati ormai sei mesi da quando è alla guida della compagnia di balletto del nostro Teatro di San Carlo.
Queste sono le parole sibilline della soprintendente del Massimo partenopeo Rosanna Purchia alla presentazione di "Cenerentola", in scena per sette recite da domenica 5 all'altra domenica 12 marzo con due cast ed una sola etoile ospite, la kazaka dello Stuttgarter Ballet Maria Eichwald. le locandine del debutto mondiale del primo titolo di balletto del 2017 sono in bella mostra in ogni angolo della città, con un notevole sforzo compiuto dal Lirico per risalire la china coreutica il più presto possibile. E per riuscirci la soprintendente ha giocato la carta dell'entusiasmo dilagante tra la gente della danza con la nomina del direttore Giuseppe Picone.
E proprio il direttore-coreografo Giuseppe Picone ci ha tenuto a spiegare per bene la sua "Cenerentola", così diversa dall'ultima vista a Napoli ventisei anni fa sotto l'egida di Rudolf Nureyev.
Iniziando a montare questa coreografia mi sono reso conto di trovarmi al cospetto di una grande sfida, narrare una delle favole più amate e conosciute di tutti i tempi, che narra il l’amore tra Cenerentola e il Principe, il fiorire dei sentimenti umani, gli ostacoli rocamboleschi che portano alla fine alla realizzazione del sogno. Ho cercato di rispettare la drammaturgia generale di questo grande classico, ma allo stesso tempo di offrire una visione nuova, contemporanea, dell’ampio spettro di sentimenti, dettagli e caratterizzazioni presenti in Cenerentola. Per fare ciò mi sono avvalso di alcuni piccoli ma decisivi accorgimenti. La mia Cenerentola è sì una dolce e remissiva fanciulla, sopraffatta dalla matrigna e dalle perfide sorellastre, ma al momento opportuno sa diventare una donna sicura sé, decisa a far valere le proprie ragioni. Allo stesso modo le sorellastre non sono ragazze goffe, ma giovani donne, molto belle e spregiudicate, disposte a perseguire i propri obiettivi con ogni mezzo, supponenti e arroganti, in virtù di una presunta superiorità aristocratica ed economica. Infine ho voluto curare con molta attenzione il ruolo del padre di Cenerentola ed enfatizzare il personaggio della fata turchina, immaginandola come la mamma di Cenerentola, una mamma morta, ma che veglia sul destino della figlia, quasi come un angelo custode, tessendo le fila dell'intero percorso che porterà la fanciulla al raggiungimento della felicità. Una tale caratterizzazione dei personaggi e le difficoltà tecniche della coreografia mi hanno permesso di valorizzare la grande capacità interpretativa e l'altissimo livello artistico del Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo, composto da danzatori dotati di una solida tecnica, in grado di emozionare ed emozionarsi.
Non è servito raccontare il libretto di Charles Perrault perché Cenerentola si è sempre presentata da sola. Vale invece parecchio ricordare i protagonisti di questo nuovissimo allestimento, firmato da Giuseppe Picone con le immancabili scene di Nicola Rubertelli, i costumi di Giusy Giustino e le luci di Bruno Ciulli. E poi i protagonisti della scena, insieme al loro direttore da ormai sei mesi, si divideranno il palcoscenico nei due cast. A cominciare dai protagonisti della locandina ufficiale, non a caso solo danzatori dell'ensemble, Alessandro Staiano, Claudia D'Antonio e la fata/madre Anna Chiara Amirante con il principe del secondo cast Alessandro Macario; le sorellastre Candida Sorrentino e Sara Sancamillo alternate a Giovanna Sorrentino e Luana Damiano e nuovamente le fate interpretate da Luisa Ieluzzi e Martina Affaticato. Infine la bacchetta di Nicola Giuliani, già direttore di una "Cenerentola" di successo al Teatro dell'Arena di Verona proprio con l'allora principe Giuseppe Picone, è senz'altro uno dei valori aggiunti di questa complessa operazione coreografica, nata sullo spartito di Sergej Prokofiev del 1945, come lo stesso direttore ha voluto raccontarci.
Richiamare al mio fianco personaggi di fama ma soprattutto profondi conoscitori del balletto e di "Cenerentola" per me è fondamentale. Il direttore d'orchestra Nicola Giuliani mi ha seguito a Verona per undici rappresentazioni ed ogni volta sapeva leggere la coreografia, aspettando le mie performances con una puntualità incredibile. E poi mi piace ricordare il maitre de ballet di questo allestimento, Andrei Fedotov, ovvero il principe portato in scena da Rudolf Nureyev nel 1991 quando io ero ancora un allievo della Scuola di Ballo. Non posso negare che questo titolo mi abbia portato fortuna! Del resto ho debuttato all'ABT con "Cenerentola" ed all'English National Ballet mentre Carla Fracci, all'epoca direttrice del corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma, ha creato una sua "Cenerentola" apposta per me.