Giordana Angi, da Tiziano Ferro a Sting: “Amici mi ha formato, oggi accompagno i giovani nel loro percorso”

Di ritorno da un tour europeo con Sting, Giordana Angi sembra aver racchiuso i suoi viaggi in un nuovo capitolo musicale della sua vita, cominciato con Piano Piano negli scorsi mesi e che si è tradotto negli scorsi giorni con Strade, il nuovo singolo. Un percorso che pone al centro la musica, ma con nuove consapevolezze anche su ciò che ruota attorno alla sua vita: dal ritorno universitario al desiderio di un ritorno live, sempre più vicino. Poi la condivisione con sua madre di una nuova quotidianità e gli insegnamenti di Sting, una leggenda a cui ha aperto i concerti. Tutto questo racchiuso nelle sue note, diventate musica anche per altri artisti: dai più noti come Tiziano Ferro, alle giovane promesse di Amici che accompagna ormai da 5 anni. Solo nell'ultima edizione, Nicolò ha scelto di registrare Cuore Bucato, scritta proprio da lei. Qui l'intervista a Giordana Angi.
Da dove partono queste Strade?
Ho avuto l'occasione di aprire i concerti di una giovane promessa (Sting, ride ndr) e di conoscere Paesi che non avevo mai attraversato, per esempio l'Estonia. Tutti questi paesaggi, risultato di chilometri in auto, anche insieme a mia madre, mi ha permesso di vivere un viaggio bellissimo. Nel frattempo, scrivevo in continuazione, anche perché avevo nostalgia di casa, del mio cane, dei miei amici e della mia famiglia. So che non è un pezzo up-tempo ma è un pezzo che mi rappresenta tantissimo.
Durante il viaggio, hai conosciuto qualcosa di tua madre che ti ha sorpreso?
Sicuramente ha confermato gli aspetti più belli: il suo amore, ma anche la sua capacità di avere grande delicatezza dei miei silenzi. Abbiamo passato tanto tempo insieme, abbiamo riso e abbiamo vissuto a tu per tu questa esperienza. È stata la mia prima supporter, anche quando magari le cose non andavano come previsto. Poi c'è stata l'Estonia che ha sorpreso entrambe.
In che modo?
Le macchine non venivano utilizzate, tutti in monopattino o bicicletta: c'era un rispetto totale dell'ambiente.
E invece in che punto della tua strada ti senti?
In un punto nuovo, soprattutto perché mi sono re-iscritta all'università: è stato un grande passo per me. Anche perché ero già scritta online a Lettere, ma volevo frequentare, vivere quell'esperienza che mi era mancata quando ho abbandonato gli studi e mi sono trasferita a Roma.
E dal punto di vista musicale?
Devo ammettere che fa sempre strano pensare di dover aprire i concerti di artisti come Sting, ma prima di tutto ho cercato di imparare tutto ciò che fa. Durante le prove cercavo di prendere tutto ciò che c'era da prendere, come una bambina. Poi c'era anche il momento in cui salivi sul palco e affrontavi un pubblico alcune volte complesso, perché cantavo anche in italiano, oltre che in inglese.
C'è una consapevolezza diversa nel tuo percorso, non solo musicale, in questo momento?
Sono in un momento in cui sento di aver tutte le cose, anche le più piccole, vicino a me. Ho la musica sempre con me, la mia famiglia, ma anche una pianta che dopo due anni è finalmente sbocciata. Ho il mio cane e la mia curiosità, anche perché il mondo è pieno di cose da scoprire. Poi ci sarebbe anche la Roma tra le cose essenziali, la possiamo mettere? (Ride ndr)
Da questo punto di vista, c'è stato un momento in cui ti sei sentita fuori fuoco o fuori luogo in ciò che stavi facendo? Quanto ti ha pesato?
Credo che la vita ci metta di fronte delle sfide, dei dubbi, che ci permettono di capire chi siamo. Anzi riusciamo a capirlo proprio nel momento in cui utilizziamo le nostre ferite in qualcosa di positivo. Anche questa positività è un modo per affrontare tutto il processo. Penso a quando ero adolescente, scrivevo poesie sui fogli, cercavo di essere come Alda Merini e poi tutto si è trasformato in musica.
Come?
Sicuramente il trasferimento in Francia. Da piccola giocavo molto a calcio, poi quando ci siamo trasferiti sconfiggevo la noia ascoltando musica: lì sono cambiate le mie abitudini, ma anche i miei orari.
Qual è stato il passo successivo?
Credo di aver cominciato a leggere molto, poi ho scoperto i cantautori italiani come Lucio Dalla e da quel momento la musica si è presa la mia vita. Questo è stato il filo comune di tutto ciò che ho fatto con la musica, poi sicuramente c'è stato qualche momento in cui magari mi sono fatta consigliare e mi sono reso conto che non mi ritrovavo completamente in ciò che facevo. Ma è accaduto pochissime volte: rifarei tutto nella stessa maniera.
Rispetto al concetto di positività, c'è qualcosa che in questo momento, ti potrebbe sorprendere in maniera positiva?
Sicuramente la Roma in Champions League (ride ndr). Seriamente, mi piacerebbe fare una piccola tournée, suonare la mia musica con i musicisti e avere un pubblico che abbia voglia di ascoltarmi. Per me sarebbe qualcosa di grandioso. Magari suonare anche in qualche teatro.
Anche in qualcuno ligure?
È il Festival della canzone italiana e osservarlo, anche dall'esterno, è come assistere a una partita di calcio per l'intensità che mi dà. Poi è uno spettacolo che è entrato nel nostro DNA, ma c'è bisogno di arrivarci con la canzone giusta, una canzone che ti ispiri quella grandezza.
Vorrei passare invece al lato autoriale: com'è scrivere per altri artisti?
In realtà non ci sono canzoni scritte per altri, nascono tutte dalle famose note sul cellulare. Ci sono brani che cambiano forma ed evolvono e canzoni che riescono a cambiarti la vita, com'era successo per Tiziano Ferro.
Come l'hai conosciuto?
Dopo Sanremo Giovani, avevo mandato questa lettera. Io sono di Aprilia, lui è di Latina e l'avevo fatta recapitare a lui tramite una persona che conosceva il padre. C'era un piccolo problema: non avevo messo alcun nome o recapito telefonico, solo le canzoni. Per fortuna, mentre suonavo a un matrimonio, perché giustamente dopo Sanremo volevo raggiungere una mia indipendenza, mi arriva una telefonata. Era Tiziano Ferro, un anno dopo aver inviato la lettera e mi chiedeva di incontrarmi. Per me la musica è condivisione, altrimenti rimarrebbe solo nella tua camera.
E invece, dopo esser stata una concorrente di Amici, cosa significa esser ritornata dietro le quinte, dando una mano ai concorrenti?
Ad Amici sono ritornata durante la pandemia: purtroppo, come per tanti miei colleghi, i miei concerti erano stati annullati ed era un momento molto difficile. Mi è stata data quest'opportunità e tranne l'anno scorso, che ero in tour con Sting, mi occupo degli arrangiamenti dei brani con i ragazzi e con i professori. Entro anche nella scelta delle cover ed è un lavoro che mi piace moltissimo.
Come si entra in contatto con artisti così giovani?
Ci sono tanti ragazzi che hanno cominciato a scrivere da poco e gli vengono proposti alcuni inediti: tra questi c'era anche Cuore Bucato e Nicolò ha scelto quella. Nel mio piccolo cerco di aiutarli in quello che posso, in quello che ho imparato in questi anni. Poi la macchina di Amici è incredibile per il numero di professionisti che c'è dietro, dai produttori agli insegnanti.
Per te cos'è stato quel percorso, da allieva?
Per me è stato incredibile, una delle parti più belle. Mi svegliavo la mattina, andavo a lezione gratuitamente con professionisti con cui collaboro ogni giorno. Ci sono diverse persone del settore che ti insegnano cose nuove, anche come modulare la voce. C'era la possibilità di far ascoltare la mia musica non solo ai professionisti, ma anche a un pubblico che vuole ascoltarti. E tu dalla mattina alla sera devi pensare solamente alla musica: un sogno insomma.