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Gino Severini oltre il Futurismo, a Mamiano in mostra l’intera produzione

A partire dal 19 marzo fino al 3 luglio negli splendidi spazi della Fondazione Magnani Rocca sarà visitabile la monografica ‘Severini- L’emozione e la regola’, in esposizione l’intera produzione dell’artista di Cortona, dal Divisionismo d’esordio al Cubismo sino al recupero del Classicismo dell’ultima fase, in una selezione di circa cento opere, di cui 25 inedite in Italia.
A cura di Silvia Buffo
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gino severini
‘La danza del Pan Pan al Monico' di Gino Severini- 1909-1911.

Parma, a Mamiano di Traversetolo, alle soglie di primavera, sarà allestita la grande monografica su Gino Severini, a cura di Daniela Fonti e Stefano Roffi. Si celebra così il cinquantenario della morte avvenuta nel 1966 a Parigi in una revisione critica condotta negli scorsi decenni sull'intera opera di Gino Severini. Il percorso espositivo viaggia attraverso la lettura del linguaggio tipico dell'artista di forte rilevanza nel XX secolo e quella ricerca di ‘perfezione nella contemporaneità' , delineando la figura più calzante di un protagonista del ‘900, fra emancipazione avanguardistica e l'ispirazione classica, ma mai classicista, con cui Severini armonizza la sua opera.

Ad aprire la mostra il capolavoro futurista Danseuse articulée del 1915 e Natura morta con strumenti musicali, della prima metà degli anni'40, due opere emblematiche di Severini, conservate nella nella collezione permanente della Fondazione, furono acquistate dal fondatore Luigi Magnani.

Il ritratto emerge subito agli inizi del secolo nella fase divisionista e resta un soggetto importante anche nel periodo futurista e in parte anche in quello cubista. Prevale ancor più nella splendida produzione dei secondi anni Trenta, attraverso la meditazione del ritratto romano. In quest’ambito si iscrive anche la prolungata attenzione al tema delle Maschere italiane che dal 1915-16 arriva fino agli ultimi giorni, tema al centro di tutta la produzione per Léonce Rosenberg e della decorazione ad affresco del Salottino di Montegufoni del 1921-22, che anticipa di dieci anni la riscoperta della “pittura murale”.

La Danza è il tema centrale di decine di composizioni futuristiche, che vanno da un primo carattere più descrittivo-cinetico, come le ballerine dei café-chantant, alle più astratte formulazioni delle Espansioni della luce. Alla figura danzante, ritornerà alla fine dei '40, in opere neocubiste e neopuntiniste con le quali parteciperà alle edizioni della Biennale di Venezia del dopoguerra.

Il Paesaggio e la Natura morta sono presenti sia nella fase divisionista sia in quelle futurista e cubista, mentre sarà la seconda a dominare gli ultimi decenni di attività. La mostra presenterà un approfondimento dedicato alla grande decorazione murale affrontata da Gino Severini in diversi periodi della vita. Basti pensare alla decorazione del Castello toscano di Montegufoni, che tuttora ospita l'incantevole Salottino delle Maschere musicanti  del 1921/22, o alla decorazione della Maison Rosenberg a Parigi del 1928.

La grande decorazione murale, di soggetto laico e religioso: viene presentato un approfondimento dedicato alla grande decorazione murale che, in diversi periodi della vita e in risposta a diverse esigenze di carattere privato o di pubblica committenza, occupò l’attività del pittore in modo esclusivo. Vengono proposti alcuni studi, come per la decorazione della Maison Rosenberg a Parigi, oltre a studi e maquettes per le grandi commissioni degli anni Trenta/Quaranta.

severini
Un ritratto di Gino Severini.

Il libro d’artista Fleurs et masques del 1930 rappresenta il più alto contributo dato da Severini nel campo dell’arte del libro che proprio in quegli anni raggiungeva livelli ineguagliabili. Le tavole, splendidamente concepite e incise, ne fanno il più ammirato fra i libri d’artista del Novecento ed esemplificano il moto e l’arrivo della ricerca di Severini: è una suite musicale e teatrale, nella quale le geometrie delle nature morte sono accostate alle maschere della Commedia dell’arte, ai miti classici, alle rovine e alle maschere antiche, con l’altissimo risultato formale di una sorta di Déco metafisico.

La mostra sarà visitabile dal martedì al venerdì, orario continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso, aperto lunedì di Pasqua e lunedì 25 aprile. Aperto anche tutti i festivi. Ingresso: € 10,00 valido anche per le raccolte permanenti – € 5,00 per le scuole.

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