video suggerito
video suggerito

Gillo Dorfles: il teorico del “kitsch” compie 106 anni

Nato a Trieste il 12 aprile 1910,”Gillo Dorfles è il ricordo, la storia che continua, il suo sguardo è carico di tempo e di esperienza”: pittore e al tempo stesso critico d’arte, la sua riflessione sul “kitsch” e la prospettiva disincantata e mai banale dalla quale ha sempre guardato la società hanno fatto la storia. Attraverso la lente dell’arte Gillo Dorfles ha colto le contraddizioni del nostro tempo meglio di qualsiasi sociologo di professione, con uno spirito lucido e sempre attuale anche oggi, che compie 106 anni.
A cura di Federica D'Alfonso
1.706 CONDIVISIONI
Gillo Dorfles
Gillo Dorfles

"Tra la professione di medico, gli studi di estetica e i miei quadri sono sempre stato un eclettico e questo non è stato ben visto. Probabilmente perché sfuggire alla classificazioni è in un certo senso perturbante". La musica e il teatro, lo sport e la politica, l'amicizia con Italo Svevo, l’ammirazione per la tecnologia, la riflessione sul "kitsch" e la prospettiva disincantata e mai banale dalla quale ha guardato una società che va sempre più perdendo la propria capacità di auto rappresentazione: tutto questo, e molto di più, è Gillo Dorfles per la cultura contemporanea. Nato a Trieste il 12 aprile 1910,"Gillo Dorfles è il ricordo, la storia che continua, il suo sguardo è carico di tempo e di esperienza": in questa bella definizione di Vittorio Sgarbi si ritrova il senso ultimo della ricerca di Dorfles, sempre lucida e attuale anche oggi che il grande critico d'arte compie 106 anni.

Si laurea in medicina, con specializzazione in psichiatria, ma parallelamente agli studi sviluppa un forte interesse per lo studio della pittura e dell'estetica, che lo porta, a cavallo degli anni Cinquanta, a diventare un'artista in prima persona. Pittore, nel 1948 è stato tra i fondatori, con Monnet, Soldati e Munari, del MAC, il Movimento Arte Concreta. E sempre insieme a Munari, oltre che con Monnini, Reggiani e Veronesi, è stato un membro della sezione italiana del gruppo Espace, fondato da André Bloc nel 1951. "Non ho niente da dire sulla mia pittura, oltretutto non credo che la pittura debba dire qualcosa se non forme colorate", ha sempre ripetuto a chi gli ha chiesto di sintetizzare in parole la sua arte.

Nessun incontro ha cambiato la mia vita, perché ho sempre cercato di essere me stesso e non di rifarmi a dei modelli. Ho incontrato persone interessanti ma non ho mai pensato di prenderli a modello. Sono centinaia le cose che mi hanno impressionato e che sono rimaste nel mio patrimonio di immagini. Non posso fare un nome e neanche cento. Non leggo mai due volte le stesse cose. Mi annoierebbe troppo. Sin dall'adolescenza ci sono state delle personalità italiane ed estere che mi hanno influenzato. Sono i grandi nomi che tutti conoscono. Inutile che io dica Goethe o Benedetto Croce. Ho sempre avuto interesse per la pittura, per la musica, per la filosofia. E continuo ad averlo.

Dorfles, l’artista

Purezza formale e nuovo "internazionalismo estetico": Dorfles ha rappresentato il cardine teoretico del Movimento Arte Concreta, esponendo, fin dalla fine degli anni Quaranta, in due personali alla Libreria Salto di Milano nel 1949 e nel 1950 e in numerose collettive del MAC, tra le quali la mostra del 1951 alla Galleria Bompiani di Milano, l'esposizione itinerante in Cile e Argentina nel 1952, e la grande mostra "Esperimenti di sintesi delle arti" che si svolse nel 1955 nella Galleria del Fiore di Milano. Nella figura di Dorfles coesistono sguardo artistico e intelletto critico, ma questi due aspetto non hanno mai avuto la meglio l’uno sull'altro: "Le parole del critico sono una cosa che non ha a che fare con la mia pittura, che è sempre rimasta clandestina".

Dorfles è stato anche un attento critico degli sviluppi dell'arte e delle estetiche contemporanee: ne sono testimonianza gli oltre trenta volumi dati alle stampe nell'ultimo mezzo secolo, dall'ormai fondamentale "Le oscillazioni del gusto" (pubblicato nel 1958) a "Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto" (1990), passando per "99+1 risposte", pubblicato nel 2010, in occasione del suo centesimo compleanno.

Il critico: "Tutto oggi è kitsch"

Si è spesso soffermato ad analizzare l'aspetto socio-antropologico dei fenomeni estetici e culturali, facendo ricorso anche agli strumenti della linguistica. In effetti si potrebbe quasi dire che attraverso la lente dell’arte Gillo Dorfles abbia colto le contraddizioni proprie del nostro secolo meglio di qualsiasi sociologo di professione: "La gente ama mettersi a nudo per autorappresentarsi. Una volta non era così, ma oggi con i media vecchi e nuovi c'è un'orgia del vedere e del voler essere visti. Il che tocca non solo le masse ma anche le elites, i pensatori, gli imprenditori, i banchieri, per non dire degli artisti".

"Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto": con questo titolo, nel 1968, il critico dava alle stampe per Mazzotta uno dei suoi saggi più conosciuti, destinato a diventare un vero e proprio testo di riferimento per chiunque volesse confrontarsi con il tema del kitsch e del cattivo gusto. "L’uomo kitsch" con i suoi atteggiamenti, i suoi sentimentalismi e i moralismi uniti alla mancanza di cultura, produce kitsch e se ne circonda: non soltanto l'arte può essere di cattivo gusto, ma qualsiasi aspetto del vivere comune cade sotto la lente critica di Dorfles: "Oggi quasi tutto è kitsch, al punto che è sempre più difficile individuarlo e separarlo".

1.706 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views