Gigi D’Alessio: “I miei concerti portano soldi a Napoli. Conte? Lascio il mio palco a De Laurentiis”
Gigi D'Alessio parte oggi, 7 giugno, con la serie di concerti che terrà in Piazza del Plebiscito, "Gigi – Uno come te – L’emozione continua" che lo porterà a cantare sul palco partenopeo per otto concerti (gli altri si terranno l’8, 9, 11, 12, 14, 15 e 16 giugno e sono tutti sold out). Il cantante torna, quindi, là dove era già stato negli anni scorsi, confermandolo come un appuntamento annuale che sarà anche trasmesso su Rai1 il 13 giugno. In queste serate D'Alessio suonerà una scaletta di circa 40 canzoni, comprese tutte quelle del suo ultimo album "Fra" e porterà sul palco tanti ospiti: nelle prima serata ci saranno con lui Annalisa, Francesco Cicchella, Clementino, Elodie, Ernia, Geolier, Guè, LDA, The Kolors, Umberto Tozzi, mentre l'8 giugno ci saranno Alessandra Amoroso, Arisa, Boomdabash, Francesco Cicchella, Clementino, Antonella Clerici e Fiorella Mannoia. Il cantautore ha raccontato a Fanpage l'emozione di tornare al Plebiscito, dove è recordman di presenze con 19 concerti, dell'indotto turistico, degli ospiti, ma anche del Napoli e del nuovo allenatore Antonio Conte.
Ormai ci hai preso gusto, hai deciso che diventerà annuale questo appuntamento a Piazza del Plebiscito?
È iniziata come un gioco, due anni fa, con due date, e già mi sembrava una cosa incredibile fare due date con i paganti a Piazza del Plebiscito. È andata così bene che ci siamo detti: proviamo a farne 5 ed è andata benissimo, subito sold out, oggi sono 8 e anche questa è andata bene. Da una parte è motivo d'orgoglio, perché significa che stai andando in una direzione di crescita, che lo spettacolo è piaciuto, che il concerto è piaciuto, che l'artista piace, che piace quel modo di fare e che è diventato un appuntamento e per me è motivo di grande soddisfazione.
Ma ti sorprende ancora?
Mi sorprende sempre, perché per me non è umano fare otto date in dieci giorni, abbiamo messo due giorni off giusto per far riposare un po' le corde vocali.
Ancora una volta prevedi ospiti e programma su Rai1, no?
Ho invitato a cantare con me sul palco gli amici che hanno collaborato con me nei dischi, poi le due serate le montiamo e andranno in onda il 13 giugno su Rai 1.
Anche quello è diventato un appuntamento fisso, ormai la tv è la tua seconda casa.
Lo è quando si fa la musica. La televisione ha dei tempi molto stretti, non puoi fare canzoni che durano cinque minuti, devi essere molto dinamico, dare l'idea della festa, ma come sappiamo, in piazza del Plebiscito le persone non vengono a vedere il concerto, vengono a farlo.
Facendo la Piazza non fai lo stadio, hai una preferenza?
Indubbiamente Piazza del Plebiscito è molto più bella da vedere in televisione, mentre per quanto riguarda lo stadio, con i biglietti venduti in queste otto serate, avrei potuto fare tre Stadi Maradona, però non avrei potuto fare poi la parte televisiva perché vedere lo stadio in televisione è un conto, vedere Piazza del Plebiscito, il salotto della nostra bella città, è un altro. Tra l'altro noi abbiamo tutti i dati e posso dirti che il 36% delle persone arrivano da fuori la Campania e il 12% dall'estero, quindi credo siano numeri importanti perché sono persone che prenotano l'albergo, usano i taxi, magari se ne vanno a fare un weekend a Capri, a Ischia, a Procida, a Sorrento, in Costiera Amalfitana, poi vanno nei ristoranti, nelle pizzerie, prendono i taxi, parcheggiano le auto nei Garage.
Insomma, parliamo di indotto per la città…
Secondo me sapere che in quei giorni la mia città incassa è motivo di grande soddisfazione. Poi sicuramente creeremo qualche problema logistico a chi vive in zona, perché qualche strada si chiude, eccetera, però mettiamo sulla bilancia anche le cose importanti che si fanno con il turismo. Pensa che solo noi portiamo 4.400 persone a lavorare e di questi 1400 occupano i posti letto, credo siano numeri importanti: potrei lavorare di meno, fare tre stadi e sarebbe la stessa cosa, invece ne faccio 8 – più di 14-15 mila persone non entrano – perché mi piace fare questo, è bello far guadagnare la mia città, di quello sono molto orgoglioso.
Snocciolavi numeri importanti, che responsabilità è essere un'azienda?
È una bella responsabilità, io ho sempre pensato che un artista è un'azienda, perché intorno a noi vivono tante persone, tante famiglie, l'abbiamo visto durante il lockdown, quando la musica non si poteva fare e tante persone hanno avuto un sacco di problemi. Come ti dicevo prima, ci sono 4400 persone che lavorano e ognuno di loro ha una famiglia… Sono numeri importanti, e non solo con me, ma per tutti i miei colleghi, però è un'industria a tutti gli effetti.
Qual è lo spirito degli ospiti?
Vengono tutti con lo spirito di fare festa, nessuno viene a fare promozione, quella è la cosa bella, perché in piazza diventa un karaoke gigantesco, cantano le hit, cantiamo insieme le mie canzoni e insieme le loro canzoni, quindi la gente esce contenta. Poi ci sono quelli che chiedono di non portare ospiti perché vogliono godersi Gigi D'Alessio, e infatti io non annuncio mai gli ospiti prima, ci sono io, intanto, e negli ultimi 3-4 giorni annuncio gli ospiti.
Questa domanda te l'ho già fatta, ma questa volta sei appena uscito con un album, Fra: come metti giù la scaletta?
Quest'ultimo disco c'è tutto, si canterà tutto, ovviamente nelle serate dove ci sono gli ospiti il brano lo farò in duetto, poi ci sono serate in cui gli ospiti non potranno venire. La scaletta diventa sempre più difficile, quest'anno saranno più di 40 canzoni.
L'anno scorso sul palco venne il Napoli campione d'Italia, quest'anno si doveva presentare il nuovo allenatore al teatro San Carlo, poi non si è fatto: hai sentito De Laurentiis per proporgli di presentarlo da te?
Il mio palco è sempre stato a disposizione, anche l'anno scorso, però non ho sentito De Laurentiis perché non voglio sembrare quello che vuole approfittare di questa cosa. Il palco è libero anche il 13, se vuole glielo do, può presentare l'allenatore, gli lascio tutto: audio, luci e tutto quello che c'è. Possono venire anche il 12 o il 14, durante il concerto, insomma, per me possono venire quando vogliono.
Senti, mi fai capire bene la questione di Allegri che ti ha detto di Conte giorni prima dell'annuncio ufficiale?
Mi ha chiamato Allegri per chiedermi dei biglietti per vedere lo spettacolo. Parliamo del più e del meno e scherzando gli dico: "Adesso che fai? Sei senza squadra?" e prima che si sapesse di Conte gli dico: "Perché non vieni a Napoli?" e lui mi dice: "Non ti preoccupare, adesso arriverà Conte e sarete in buone mani". Durante un'intervista ho raccontato questa cosa, però poteva essere anche un punto interrogativo, perché poi dietro ci sono altri tipi di discorsi, e quindi ho detto di venire al concerto e che poteva stare ancora più tranquiullo, tanto non era più l'allenatore della Juve [ride, ndr].