Gigi D’Alessio contro l’AI: “Rischia di creare una generazione mediocre. Le etichette potrebbero non investire più”

Intervenuto al seminario al MIC su musica e intelligenza artificiale, Gigi D'Alessio si è espresso sull'intervento dell'AI non sono nell'atto creativo, ma anche nella produzione finale della musica, sottolineando come possa influenzare la nuova generazione di cantautori. D'Alessio è apparso molto critico sul tema: "Bisogna assolutamente regolamentare l'intelligenza artificiale perché andremo incontro ad una generazione mediocre e sfaticata, passatemi il termine, perché con una macchina che lavora al posto mio non farò nulla e non imparerò nulla". Il cantautore, solo lo scorso 3 marzo, aveva incontrato la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, e poi il Commissario Ue alla Coesione e le Riforme, Raffaele Fitto, per discutere con loro i limiti sull'uso dell'intelligenza artificiale nelle produzioni musicali.
Da Bruxelles al MIC, la denuncia di Gigi D'Alessio contro l'uso dell'AI nella musica
In quell'incontro, avvenuto a Bruxelles, D'Alessio aveva sottolineato le criticità, soprattutto sul lato occupazionale nel mondo della musica, sottolineando come la stessa dia "da mangiare a tante persone e tante famiglie. E se noi cominciamo a far lavorare soltanto le macchine le persone non serviranno più a nulla". Un concetto ritornato anche nell'intervento avuto ieri, confrontando lo stato del cantautorato italiano con alcuni autori del passato: "Una macchina non ha mai espresso emozioni. L'intelligenza artificiale è un recipiente di contenuti che mischia le carte e tira fuori una canzone. Che fine faranno gli autori, i Mogol, i Migliacci e i Baglioni, che hanno scritto canzoni che sono nel nostro Dna? La macchina non ha occhi, non ha sangue nelle vene, non sa cos'è il battito del cuore quando si scrive una canzone".
D'Alessio: "Le case discografiche potranno non più investire sugli artisti e fare dischi e musica con l'intelligenza artificiale"
Nel videointervento, l'autore di Frà, il suo ultimo album pubblicato nel 2024, ha offerto anche una previsione sul futuro delle case discografiche, non più costrette a investire sugli artisti: "Le case discografiche potranno non più investire sugli artisti e fare dischi e musica con l'intelligenza artificiale. A noi resteranno solo il live ma perderemo tutta la creatività". Una denuncia che arriva in maniera simile alla riflessione sul Festival di Sanremo 2025, quando quasi un mese fa, commentava la possibilità che alcuni brani della kermesse provenissero proprio dall'utilizzo dell'AI: "Oggi come oggi gli autori compongo canzoni con l’intelligenza artificiale e mi sa che anche a Sanremo c’era qualche canzone fatta così".