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Gianni Bella: “Vivo la malattia come una resa, ma sono felice di essere ancora in vita”

Gianni Bella si racconta al Corriere, con l’aiuto della figlia Chiara essendo lui senza voce, persa a causa dell’ictus che lo ha colpito nel 2010. Oggi “vivo la malattia come una resa alla vita”, ma si è detto fiero e grato per essere ancora in vita. Dal rapporto con Celentano e Mogol a quello con la sorella Marcella: l’intervista.
A cura di Gaia Martino
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Il cantautore italiano Gianni Bella si è raccontato al Corriere in una lunga intervista realizzata grazie all'aiuto della figlia Chiara. Il compositore e cantautore italiano ha ripercorso il suo passato artistico ricordando la vittoria al Festivalbar nel 1976, il sodalizio fraterno con Mogol e con Adriano Celentano. Oggi "vivo la malattia come una resa a quello che mi è capitato, ma sono felice e grato alla vita, sono contento di esserci ancora". Da 14 anni è senza voce per colpa di un ictus che lo ha colpito nel 2010.

Il passato di Gianni Bella

Il cantautore Gianni Bella ha dichiarato di non essere mai stato "un uomo da palcoscenico": "Sono un timido, un emotivo. Sono del segno dei Pesci, quindi penso di avere grande sensibilità e creatività. Nella vita di tutti i giorni però ero l’opposto: facevo lo showman nelle serate, a cena, negli studi discografici. Mi piaceva fare battute, scherzare. Sul palco invece salivo e mi trasformavo: il piacere di essere lì non mi ha mai conquistato, non ero a mio agio". Sanremo per lui era "l'apoteosi dello stress": "Una volta mi venne anche una febbre chiaramente psicosomatica. A differenza di mia sorella che riusciva a trasformare l’adrenalina in energia sana, io non ce la facevo" ha ricordato. L'istinto musicale è nato quando, a 10 anni, vinse una chitarra a tombola, ha svelato: "Ho fatto tutto da autodidatta. Mi ispirato a Jimi Hendrix, avevo anche io quel capello riccio arruffato. Ascoltandolo cercavo di imitarlo, andavo a orecchio e così ho imparato a suonare". Sul rapporto con la sorella Marcella Bella ha raccontato di aver avuto soltanto qualche discussione con lei: "Certo, la collaborazione con Celentano me la rinfaccia ancora scherzosamente".

Il rapporto con Mogol e Celentano

Conobbe Mogol "grazie alla Nazionale cantanti, ascoltò alcune mie composizioni al piano e rimase colpito. Mi disse: ma sei quello che ho sentito al Festival o questo qui che sta suonando adesso?". Il sodalizio fraterno dura da 40 anni: "Le nostre discussioni sono sempre state sulla metrica perché Giulio non vuole adattare il testo alla musica, se gli piace una frase non la vuole cambiare. Era uno scontro tra testardi, la difficoltà più grande tra noi è sempre stata la mediazione, ma alla fine arrivavamo sempre al compromesso. Collaborare con lui era un traguardo, è stata una soddisfazione pazzesca". Poi arrivarono gli album con Adriano Celentano: "Fu Mogol a introdurmi, Celentano cercava un compositore e gli fece il mio nome. Adriano stimolava la mia creatività, ogni giorno componevo una canzone nuova. Claudia era quella che beccava subito se un pezzo funzionava o meno, Adriano mi dava sempre la stessa risposta al primo ascolto: non so. Tornavo a casa e dicevo a mia moglie, anche oggi è un altro non so". Gianni Bella ha ricordato che la moglie di Celentano, Claudia, "aveva un'adorazione per me, con lui facevamo telefonate di ore, tra barzellette e risate. In studio ci divertivamo. Poi ci siamo persi con la malattia". 

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