Giacomo Leopardi, nasce la Biblioteca digitale leopardiana con i manoscritti del Sommo
Giacomo Leopardi in digitale. È quanto accadrà a breve, nei prossimi tre anni, ai manoscritti del Sommo, nato a Recanati nel 1798 e morto a Napoli nel 1837. L'accordo raggiunto tra l'Università di Macerata e l'Istituto Centrale per il Catalogo Unico, che ha prodotto la conseguente convenzione triennale di collaborazione scientifica consentirà la catalogazione, metadatazione e digitalizzazione dei manoscritti autografi di Giacomo Leopardi che attualmente non sono conservati nella Biblioteca Nazionale di Napoli.
Digitalizzare i manoscritti di Leopardi
Il progetto di digitalizzazione dell'opera di Giacomo Leopardi incrocia la ricerca di Unimc "Biblioteca digitale leopardiana", con una borsa di dottorato, co-finanziata dalla Regione Marche e dalla Fillippetti spa, patrocinata dal Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati, e con il tutoraggio scientifico della prof. Laura Melosi, direttrice della Cattedra Giacomo Leopardi Unimc.
Dalle Marche a Napoli: un patrimonio inestimabile
Ogni passaggio della digitalizzazione dei manoscritti leopardiani avverrà in accordo con l'attività nella Biblioteca Nazionale di Napoli, luogo privilegiato dove sono conservati i più significativi manoscritti di Giacomo Leopardi, tra cui la prima versione de "L'infinito" che quest'anno ha compiuto 200 anni. Il software che consentirà la metadatazione sarà MOL-ManusOnLine e avrà come finalità la messa a punto di una banca dati che avrà lo scopo di tutelare e valorizzare i manoscritti autografi di Giacomo Leopardi.