Ghali alle Mecca per il Ramadan, polemiche sui social: “Dio proteggilo”
Ghali ha pubblicato uno scatto sui suoi social in cui si è mostrato presente alla Mecca per la fine del Ramadan. L'artista, divisivo anche all'ultimo Festival di Sanremo, ha diviso i suoi follower tra quanti hanno lodato la sua partecipazione e la sua professione di Fede e quanti invece non hanno apprezzato. Solo qualche settimana fa, l'artista accusava l'opinione pubblica e il sistema editoriale italiano di demonizzare l'immagine della religione islamica: "Smettetela di farmi sentire sbagliato a essere musulmano", diceva.
Le polemiche
Una foto suggestiva. Ghali in preghiera mentre alle sue spalle c'è la Kaaba della moschea della Mecca. La Kaaba rappresenta l'opera più sacra presente in Arabia Saudita per un musulmano. È un'immagine molto potente che, inevitabilmente, ha suscitato polemiche tra gli stessi follower dell'artista: "Ghali non sa che è proibito avere i tatuaggi nella religione islamica? Il rapper non sa che non si può effettuare il Ramadan con i tatuaggi? Apoteosi dell'ipocrisia". Poi c'è chi scrive: "Oh ecco quello che ci mancava, uno che porta avanti il verbo de Maometto in italia! Vedo un futuro buio". Ma c'è ovviamente chi contesta gli hater e sostiene: Che Allah possa accettare la tua umrah’ (visita alla Mecca)! E che Allah possa sostenere i palestinesi che sono sempre presenti nei nostri duaa (invocazioni ad Allah)". E ancora: "Un artista apertamente musulmano in Occidente è una cosa rara. Dio, proteggilo e non farlo cadere in tentazioni".
Lo sfogo di Ghali
Ghali aveva parlato in questi termini riguardo il contesto attuale e il metro di valutazione che c'è della religione musulmana, rivendicando la sua fede e allontanando chi accomuna terrorismo e Islam: "Non c’è capitolo del Corano in cui c’è scritto di uccidere. Chi uccide e chi si vendica non è musulmano. La traduzione letterale di “Islam” è “pace”. Smettetela di farmi sentire sbagliato a essere musulmano. non potrò cancellarlo da me ed è giusto che ognuno di noi decida per sé senza imporlo a nessuno. Non facciamoci influenzare da chi vuole farci passare per mostri perché siamo solo gli ennesimi a cui vogliono cancellare la storia".