Ghali accusa Radio Italia Live a Napoli di averlo “cancellato” dopo il minuto di silenzio per Gaza
Durante un'intervista concessa al portale Real Talk di Middle East Eye, Ghali ha rivelato di esser stato "cancellato" dall'appuntamento napoletano di Radio Italia Live, il concerto in piazza Plebiscito che si terrò il prossimo 27 giugno. Una scelta legata alla data milanese dello scorso 15 maggio, quando Ghali ha chiesto al pubblico presente in Piazza Duomo a Milano "un minuto di silenzio per tutte le vittime in Palestina". L'autore di Paprika, che già negli scorsi mesi aveva ricevuto critiche per il messaggio Stop al genocidio, espresso durante la finale di Sanremo 2024 sul palco con l'"alieno" Rich Olino, ha raccontato qual è stata la comunicazione con l'organizzazione, che poi avrebbe deciso di non farlo esibire: "Sono stato punito. Il primo giorno non è successo niente, nei giorni successivi mi hanno comunicato che in sostanza non mi sarei esibito. Sono deluso, scioccato e sorpreso da questa mossa dell’industria musicale italiana".
Ghali non parteciperà a Radio Italia Live a Napoli
Durante l'intervista, Ghali sottolinea quanto sia deluso dalla censura che avrebbe subito, e non gli avrebbe permesso neanche di esibirsi sul palco di Piazza Plebiscito: "Sanno quanto mi sta a cuore questo tema. E conoscono il potere comunicativo che ho, quindi provo a immaginare cosa possono fare con artisti che hanno meno potere di me e cosa succede ogni giorno nel mondo con la censura. Potete fare delle cose, ma non potete cancellarmi. È folle che se vuoi mandare un messaggio, un messaggio di pace, devi pagare un prezzo e il prezzo che devi pagare sono i tuoi sogni". Nel nuovo singolo Paprika, Ghali non ha dimenticato di includere un messaggio contro la Rai, scoria delle polemiche per lo slogan Stop al genocidio sul palco di Sanremo: "Puoi dirmi quello che vuoi, non farò come la Rai (Mai)".
Le polemiche sul minuto di silenzio per le vittime in Palestina
L'autore di Casa Mia sottolinea anche quanto non abbia avuto rimorsi del gesto in Piazza Duomo lo scorso 15 maggio: "Ma non mi pento. Mi sorprende però che avvenga in un evento che ha a che fare con l’arte e con la musica in un paese in cui c’è libertà d’espressione. Il palco per me è sempre stato un luogo dove comunicare con la gente e mandare messaggi. Non è nel mio stile fare musica senza un messaggio, ho sempre unito le sue cose". Uno spirito che sembra non aver attecchito gli altri protagonisti della musica italiana, anche per la paura di essere "cancellati": "Mi chiedo: perché non parli? Sei sicuro che perderai qualcosa? E quello che perderai, il tavolo a un evento o una posizione in classifica, è più importante che fare la cosa giusta?". L'ultimo attacco all'industria discografica viene proiettato sui modi che avrebbe avuto nei confronti di chi parla della Palestina: "Fa paura la reazione dell’industria verso gli artisti che parlano della Palestina. Fa paura perché ti cancellano, metti a repentaglio il tuo sogno, ma non mi interessa perché c’è gente che rischia la vita, c’è gente che muore, ci sono bambini che sognano di morire ogni giorno".