Genova, i “Paperoni” della cultura guadagnano più del sindaco: al via i tagli
Il Comune di Genova dichiara guerra ai maxi stipendi dei dirigenti in campo culturale, i cosiddetti "Paperoni" della cultura. Dalla segretaria generale del Teatro Stabile, diplomata in ragioneria, che prende 80mila euro all'anno, alla responsabile amministrativa che ne prende uno in più, quasi 82mila. A Palazzo Ducale, invece, la responsabile dell'ufficio stampa ne guadagna 81mila, mentre il capo del personale si "accontenta" di 71mila.
Stipendi che, in alcuni casi, superano quelli del primo cittadino del capoluogo ligure, Marco Bucci, che difatti ha autorizzato il suo giovane assessore alla cultura, Elisa Serafini a impugnare il lanciafiamme per i vari cda di cui il Comune è socio al fine di ridurre sprechi e inefficienza, ma soprattutto tagliare i compensi. A partire da quelli di direttori e sovrintendenti, che spesso arrivano anche a 150mila.
Le amministrazioni precedenti hanno sostenuto politiche di assunzione forse un po' troppo elastiche, e oggi ci ritroviamo ad avere dirigenti che guadagnano oltre 150mila euro in enti partecipati che costano alle istituzioni pubbliche, e quindi ai cittadini, milioni di euro. Fossimo nel privato non ci sarebbe nulla da dire, ma mi chiedo se sia accettabile che una persona impiegata nel settore pubblico prenda più del sindaco di Genova. Non stiamo parlando di professioni artistiche, ma di ragioneria e amministrazione.
Ovviamente, non sarà un'impresa semplice. Serafini, infatti, ha già dichiarato di aver trovato "ostilità" nei rispettivi cda. Anche perché, mentre calano le spese per le produzioni, salgono quelle per pagare i vertici del personale. Il Carlo Felice, ad esempio, nel 2015 ha ridotto i noleggi di materiali teatrali da 482 a 394mila euro, mentre i compensi del sovrintendente e dei revisori sono passati da 150 a quasi 217mila euro.