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Gallerie degli Uffizi, restaurato il Vaso Medici

Alle Gallerie degli Uffizi torna a splendere uno dei pezzi più pregiati della collezione di antichità di Villa Medici a Roma: il Vaso Medici fu scolpito ad Atene in un’officina neoattica alla metà del I secolo a.C..
A cura di Redazione Cultura
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Vaso Medici alla Galleria degli Uffizi di Firenze
Vaso Medici alla Galleria degli Uffizi di Firenze

Il Vaso Medici, uno dei più rari esempi della collezione di antichità della Villa Medici a Roma, conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze, è stato restaurato. Il vaso di marmo in stile neoattico fa parte dei reperti conservati agli Uffizi dal 1780 ed è un esemplare fondamentale giunto fino a noi, come il Vaso Borghese. Fu scolpito ad Atene da un'officina dell'antica Greca più o meno alla metà del I secolo a.C. come ornamento da giardino.

Successivamente ha fatto parte della collezione di antichità di Villa Medici a Roma, nei cui inventari compare a partire dal 1598, anche se non se ne conosce l'origine, finché sul finire del XVIII secolo fu spostato presso la Galleria degli Uffizi di Firenze dove è tuttora esposto tra gli altri capolavori, come la Primavera di Botticelli, ed ha ricevuto l'ultimo intervento di restauro.

Ciò che viene raffigurato all'esterno del famoso cratere in marmo è, tra gli altri disegni, la presenza degli ateniesi nella città di Delfi, presso il famoso oracolo, prima di partire alla volta di Troia, dove si consumerà la guerra che sarà cantata da Omero nell'Iliade.

Nei secoli il prezioso manufatto, creato assemblando frammenti raccolti durante lo scavo, ha subito diversi restauri. L'ultimo, che si è concluso ufficialmente ieri, è stato realizzato da Daniella Manna, guidata da Fabrizio Paolucci, con il sostegno dell'associazione Friends of Florence e sarà nuovamente esposto alla Galleria degli Uffizi.

L'intervento di restauro al Vaso Medici ha consentito la acquisizione di una maggiore leggibilità dei rilievi e una maggiore uniformità marmorea. Dall'intervento è stato evidenziato come originariamente l'opera fosse decorata d'oro e dei colori del rosso e dell'azzurro, così come si era soliti fare nei lavori relativi alle statue e agli altri manufatti marmorei.

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