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Galleria Borghese, climatizzatore guasto da 2 mesi. A rischio moltre opere d’arte

Da Raffaello a Canova, passando per Tiziano e Caravaggio, soffrono molte tele a Roma. Il problema si chiama climatizzazione. “L’impianto è completamente usurato e sconta anni di cronica mancanza di manutenzione”.
A cura di B. C.
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Da due mesi, nel nono monumento statale più visitato del 2013 (quasi 500 mila visitatori e oltre 3 milioni di incassi), la Galleria Borghese, c'è un guasto, come racconta Sara Grattoggi di Repubblica. Il condizionatore è rotto e le temperature sono fuori controllo. A soffrirne sono le tele di Tiziano e Caravaggio, le tavole di Raffaello, i marmi del Bernini e del Canova. "Si passa dal gelo al caldo asfissiante, come in questi giorni. Per questo dobbiamo aprire le finestre — spiega un custode — altrimenti qui dentro si muore". Una situazione avversa, ad esempio, al “Ratto di Proserpina” del Bernini, così come alla "Madonna dei Palafrenieri” del Caravaggio o alla "Deposizione di Cristo” di Raffaello. L'unica soluzione è spalancare i vetri.

"Da due mesi siamo alle prese con questa emergenza — spiega a Repubblica Anna Coliva, direttrice del museo — L’impianto di climatizzazione, costruito nel 1997, è completamente usurato e sconta anni di cronica mancanza di manutenzione". Se l’emergenza è recente, il problema, però, non è nuovo. "La richiesta per un nuovo impianto è già in ballo da 4 o 5 anni. Due anni fa si rifece uno dei motori, ma poi non si proseguì per mancanza di risorse — racconta Coliva — Ora, con l’ufficio tecnico della Soprintendenza al Polo museale romano, stiamo cercando di risolvere l’emergenza, con interventi per riequilibrare il clima. In attesa di poter rifare l’impianto". Nel frattempo, si tampona la situazione con le finestre aperte. "È il male minore, rispetto agli sbalzi di temperatura — sostiene la direttrice — Per fortuna il microclima del parco che ci circonda, in questa stagione, è ottimale".

Ora il rischio è che quella che all'inizio sarebbe dovuto essere una soluzione temporanea, rischia di protrarsi a tempo indeterminato: "Bisogna cercare di evitarla il più possibile perché quel che entra dall’esterno, e parlo di inquinanti non solo chimici ma biologici, è fuori controllo — spiega Elisabetta Giani, fisica dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro — Soprattutto, ci vuole un monitoraggio costante dell’umidità, sia all’interno che all’esterno". C'è poi la questione temperature: "se dovessero superare a lungo i 30 gradi", potrebbero esserci dei danni seri.

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