Gaia: “La mia canzone era più per il Sanremo di Amadeus. Olly? Gli voglio bene ma non c’è nulla”

Nel corso di un'intervista, realizzata da Mattia Marzi per Il Messaggero, Gaia ha parlato a tutto tondo di sessualità e dell'ultimo Sanremo vinto da Olly. La cantante ha spiegato di vivere la sessualità senza troppi pensieri o paletti e di non sentire l'esigenza di fare coming out. Riconosce di essersi persa tra il 2020 e il 2024, per intenderci tra il successo di Chega e quello di Sesso e Samba, ma che è stato tutto "fisiologico. Mi sono data del tempo". E sui grandi numeri della canzone cantata con Tony Effe ci tiene a sottolineare un altro aspetto oltre a quello dei "numeri": "Un regalo emozionale, più che numerico".
Le parole su Sanremo e su Olly
Chiamo io chiami tu ha finito paradossalmente per dare maggiore popolarità a Carlos Diaz Gandia, che nell'intervista non viene menzionato dalla cantante, lei invece riconosce che la canzone era fatta apposta per un altro Festival: "La mia era una canzone da Festival di Amadeus: quello di Carlo Conti è stato il Sanremo della canzone autorale. Ci sono diversi pubblici. Quello che viene ai miei concerti non è un pubblico che televota. Molti mi hanno detto di aver comprato un biglietto per lo show del 7 maggio al Fabrique di Milano. Va bene così". La canzone, però, ha avuto la sua rivincita grazie ai social. E le voci su Olly sono appunto solo voci: "Gli voglio bene, ma non c'è stato nulla".
"La mia sessualità? Non amo definirmi"
In "Maratona", Gaia canta: "So che mi vuoi pure che non sei l'unica", fa notare il giornalista. Sulla difficoltà di dichiarare pubblicamente l'orientamento sessuale, però, l'artista risponde in questo modo: "Non saprei. Io non ho mai parlato della mia sessualità esclusivamente come eterosessuale. Non amo definirmi. È una cosa che ho vissuto con serenità, parlandone in maniera naturale, senza dover fare coming out. E così ho scritto questa canzone".