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Eurovision Song Contest 2025

Gabry Ponte a Eurovision 2025 per San Marino: “Io e Corsi portiamo due pezzi d’Italia. Tommy Cash? Non l’ho sentita”

Gabry Ponte rappresenterà San Marino all’Eurovision 2025 con Tutta l’Italia, jingle del Festival di Sanremo. Ecco l’intervista di Fanpage al dj più ascoltato d’Italia.
A cura di Francesco Raiola
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Gabry Ponte, rappresentante di San Marino all'Eurovision 2025 con Tutta l'Italia
Gabry Ponte, rappresentante di San Marino all'Eurovision 2025 con Tutta l'Italia
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Gabry Ponte ha vinto il San Marino Song Contest e rappresenterà la Repubblica del Titano al prossimo Eurovision Song Contest che si terrà dal 13 al 17 maggio a Basilea, in Svizzera. Il Dj italiano porterà la sua Tutta l'Italia in Svizzera, arrivandoci da artista italiano più ascoltato al mondo dopo i Maneskin. Fanpage lo ha raggiunto per farsi raccontare quali sensazioni sta provando, e la storia di una canzone che poteva essere in gara a Sanremo 2025, invece ne è diventata il jingle e forse quella è stata la sua fortuna.

Siamo qui a raccontare un finale fino a qualche mese fa inaspettato, così come tutto il percorso di questa canzone.

Hai detto bene, è proprio inaspettato, ma d'altra parte la musica è bella per quello, perché è imprevedibile. Se qualche mese mi avessero anticipato cosa sarebbe successo mi sarei fatto una risata, invece proprio questo pezzo è stato accolto in maniera talmente forte dai fan che ha sfondato tutte le barriere, una dopo l'altra.

Tra l'altro di una canzone che come ci ha spiegato Carlo Conti doveva essere in gara, poi non ci è andato: alla fine è stato quasi un bene non finire in gara, no?

Guarda, in realtà il brano non era neanche nato per quello, la storia di questa canzone è ancora più strana perché non era stata fatta per Sanremo, ma lo abbiamo scritto pensando al concerto di San Siro, immaginandolo come un inno per l'evento di giugno e infatti se senti il testo parla proprio di quello: ci siamo immaginati lo stadio pieno, tutta l'Italia che salta su questa musica. Poi è arrivata a Carlo, non direttamente da me, a lui il pezzo è piaciuto, ci siamo parlati per un po' e c'è stata la possibilità, per un momento, di proporlo in gara, anche se in realtà il problema è sempre stato che io non canto, quindi per me è strana l'idea di andare in gara al Festival. Abbiamo provato a pensare di proporlo ad altri artisti, ma non abbiamo trovato la quadra giusta perché poi alla fine bisogna anche stare attenti a non snaturare la musica in funzione di un'operazione commerciale. Infine Carlo ha avuto questa idea, mi ha fatto questa proposta, m'ha detto: "Senti, ma ti andrebbe di venire ospite a Sanremo e utilizziamo il pezzo come jingle?". Io non avevo ben capito cosa volesse fare anche perché storicamente Sanremo non ha una sigla, quindi all'inizio ho accettato con entusiasmo l'invito perché Sanremo è Sanremo, poi ho grande stima di Carlo, ci conosciamo da un sacco di tempo.

Ma che esplodesse così è stato inaspettato…

Sì, dell'invadenza di questa canzone all'interno del Festival mi sono accorto la prima sera di Sanremo, è stato bellissimo, però si sono incastrate tutta una serie di cose che non avrei mai potuto immaginare né prevedere.

Senti, cosa ti senti di dire a Carlo Conti?

Prima di tutto grazie, perché lui è stato veramente uno dei primi a crederci. Carlo ha un fiuto incredibile, ha sentito il pezzo e ha detto "Questa è una hit pazzesca" e l'ha sostenuta, supportata con grande entusiasmo, è anche soprattutto grazie a lui se oggi il pezzo è arrivato dove è arrivato, grazie a lui e ai fan.

Andrai a rappresentare all'Eurovision San Marino con una canzone intitolata Tutta l'Italia. È interessante come cosa, nel senso che è sintomatico di un abbattimento di barriere.

Sì, però è una cosa bella, quest'anno all'Eurovision ci sarà un sacco di Italia.

Tu giochi tanto anche con gli stereotipi, a dimostrazione che con gli stereotipi ci si può giocare per raccontare qualcosa, no?

Beh, sì, diciamo che è una chiave abbastanza comune, quella di utilizzare certe immagini, no? Io addirittura avevo fatto un pezzo, molti anni fa, con Little Tony – per rimanere proprio in tema San Marino perché lui era di lì -, "Figli di Pitagora", e anche lì avevamo un po' giocato con le immagini dell'italianità. Scrivendo questo pezzo ci siamo proprio divertiti a trovare delle immagini anche un po' contraddittorie, a volte, che sono quelle con cui ci guarda anche chi non è italiano, ma lo facciamo, appunto, in chiave ironica, l'ironia è la chiave di tutto, non bisogna dimenticarsi che soprattutto questo genere di musica è fatto per far divertire la gente, quindi non bisogna prendersi troppo sul serio.

A proposito di stereotipi, ma ti sei fatto un'idea su Espresso Macchiato di Tommy Cash?

Ti dico la verità, sai che non ho ancora sentito neanche una volta la canzone intera? Ho visto un po' di polemiche sui social, ma tendenzialmente non sono molto interessato alle polemica, chissà, magari lo incontrerò a Basilea.

Come nasce il riferimento a Toto Cutugno?

Non era voluto, la prima volta me l'ha fatta notare una tua collega in un'intervista, non ci avevamo neanche fatto caso, noi eravamo focalizzati su questa immagine del ballare in totale libertà, poi in effetti sì, "lasciatemi cantare con la chitarra in mano"… Però il fatto che qualcuno possa associare un mio pezzo a una canzone intramontabile come L'italiano di Toto Cutugno mi onora, quindi speriamo bene.

Sai che rischi di diventare un mito per la Repubblica del Titano, vero?

Io intanto ringrazio tantissimo San Marino e tutti gli organizzatori di questo festival perché hanno fatto un lavoro pazzesco, quando mi hanno invitato ho capito subito che c'era molta serietà dietro questo progetto, hanno fatto veramente un bel contest e l'intuizione è stata giusta. Ieri sera, Luca De Gennaro, che era il presidente della giuria mi ha detto: "Non abbiamo fatto una votazione volta a premiare la canzone che ci piaceva di più a livello personale, ma abbiamo immaginato quale potesse essere migliore per l'Eurovision perché è di quello che stiamo parlando". E la musica dance, tradizionalmente, è quella che meglio si presta a essere esportata nel mondo, cioè i casi più eclatanti di successi italiani a livello internazionale, negli ultimi 20 anni, sono stati pezzi dance, perché molto spesso sono cantati in inglese, sono molto internazionali. Quello della musica dance è un linguaggio abbastanza universale .

All'Eurovision arrivi come il secondo artista italiano più ascoltato su Spotify, con miliardi di stream…

È per quello che ti dicevo prima che ho questi numeri, perché ho una fanbase molto più ampia rispetto a un artista che è gigantesco, ma solo in Italia. Pensa che erano più di 10 anni che non facevo un pezzo cantato in italiano, solitamente i miei pezzi sono cantati in inglese, l'approccio è più internazionale.

Arrivato a questo punto, sogni di poterlo vincere l'Eurovision?

No, guarda, non è quella l'idea. Ovviamente è una gara e noi daremo il meglio – dico noi, perché comunque c'è un team, ci saranno tanti ragazzi con me che hanno lavorato alla canzone e allo spettacolo -, faremo del nostro meglio, però già essere arrivati fin qua è una vittoria. Andare a fare l'Eurovision è una soddisfazione pazzesca, quindi come andrà, andrà. Poi, certo, l'Eurovision è un po' imprevedibile, io sono già molto contento di esserci, lo faremo con grande impegno e vediamo cosa succederà. Anche quando mi dicevano: "Ma guarda che sei favorito, vincerai a San Marino" ho tenuto i piedi per terra, mi preoccupa un sacco questa cosa, spesso quando qualcuno dice "Tranquillo, vinci tu" è proprio il momento in cui le cose vanno male.

Che ne pensi di Lucio Corsi? Siete due progetti completamente diversi…

Non c'è alcuna competizione con Lucio Corsi, anzi siamo tutti e due a portare un pezzo d'Italia in Europa, chi in un modo chi nell'altro. Io non lo conosco personalmente, spero di incontrarlo presto perché mi piace molto come artista e credo che la sua presenza a Eurovision sia giusta perché rappresenta una tradizione molto forte della musica italiana, il cantautorato. Io, invece, sono un po' l'altro lato della medaglia, quindi è bello che ci siano due pezzi così diversi, con due artisti con una storia così diversa, entrambi a rappresentare un pezzo d'Italia. Uno in rappresentanza del Paese, ovviamente, l'altro con la canzone, però stiamo tutti e due parlando dell'Italia.

Dopo l'Eurovision, però, c'è il concerto al San Siro.

Sì, esatto, è un anno ricco di santi questo. Quella dello stadio è un'altra cosa incredibile, perché, oh, io arrivo dai club, ho iniziato a suonare e a fare il DJ quando tutto questo non era neanche immaginabile. Suonavo nei club di fronte a 2-300 persone, non esistevano DJ che facessero concerti o eventi di questo tipo, è stato tutto un divenire e quando due anni fa abbiamo deciso di fare questo primo evento al Forum che ancora nessun DJ aveva fatto, ero preoccupato; adesso siamo qua con oltre 50.000 biglietti venduti a San Siro e mi sembra una cosa gigantesca. Devo veramente ringraziare tantissimo tutti i miei fan perché è una dimostrazione d'affetto gigantesca.

Riproverai a partecipare al Festival di Sanremo?

Non credo, storicamente il DJ non appartiene a Sanremo. Certo, mi ci sono trovato due volte ma quasi per caso, quindi adesso ti dico che in questo momento non è nella mia lista, ma vediamo, nella vita non si sa mai. In realtà meglio di così non poteva andare, sono andato a Sanremo, ma senza fare la gara.

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