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Gabriella Greison spiega come la fisica sia sempre con noi: “Ora vorrei fare una canzone con Fedez”

Gabriella Greison è una Fisica che in questi ultimi anni è stata definita come una vera e propria rockstar della materia, grazie soprattutto al suo metodo divulgativo, tra Teatro, libri, tv e podcast. L’ultimo, pubblicato per Audible è “Questione di fisica” in cui racconta la fisica presente nella nostra quotidianità.
A cura di Francesco Raiola
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Da quando ci svegliamo a quando andiamo a dormire la Fisica è sempre con noi. Benché in passato l'approccio con questa materia non sia stato sempre semplice per gli studenti e non solo, in questi ultimi anni sta diventando una materia sempre più alla portata di tutti, anche grazie all'enorme fascino con cui alcuni divulgatori la stanno presentando al pubblico. Una delle più note e apprezzate divulgatrici italiane è la fisica Gabriella Greison, la rockstar della Fisica, come l'hanno definita in questi anni, quelli in cui ha girato i teatri d'Italia, ha scritto libri e ha spiegato in televisione come la questa caratterizzi la nostra quotidianità. E lo sta facendo anche nel suo nuovo Podcast (è il terzo, dopo "Cara, Marie Curie" e "Cantico dei Quanti"), disponibile in esclusiva su Audible, "Questioni di Fisica", ovvero 16 puntate da 20 minuti ciascuna in cui si spiega perché la Fisica c'entra quando facciamo il caffè, paghiamo il Telepass, facciamo volare un aquilone o nuotiamo.

Lei è una delle maggiori divulgatrici scientifiche che abbiamo in Italia. Come nasce questa sua attitudine? Quando ha capito che c’era un terreno fertile per poter permettere a chiunque di approcciarsi a una materia solitamente vista come “difficile”?

Il momento in cui ho capito che era il momento giusto è stato quando ho capito che quello che girava intorno alla diffusione del racconto legato alla fisica mi stava annoiando. I divulgatori classici non raccontavano quello che io vivevo nei centri scientifici che frequentavo. Mi annoiavano le notizie che giravano sui giornali e mi annoiava il modo in cui venivano diffuse. L'elemento disruptive mi è scoppiato dentro, avevo contatti con i colleghi in America e in Francia, e lì le cose di fisica venivano diffuse in maniera già diversa. Frequentando gli ambienti internazionali, dopo i due anni all'Ecole Polytechnique di Parigi, ho capito che in Italia eravamo molto indietro. E così mi sono creato il mio modo di raccontare la scienza. Ho studiato, da secchiona quale sono, anche questo, e mi sono creato un mio mondo dove realizzarmi. Se provavo ad entrare in un ambiente già costruito, non riuscivo: c'erano metodi e nomi già consolidati che occupavano tutti gli spazi. Le risposte che mi sentivo dire erano "abbiamo sempre fatto così", oppure "mettiti in coda, c'è la fila". E così mi è nata la voglia di creare qualcosa solo di mio. Dopo tanti anni, sono esplosa. Dopo anni, però. Cinque anni, facendo anche altro. Il lavoro è stato lungo. Alla fine, la grande soddisfazione è arrivata: hanno chiamato il mio lavoro con "Il metodo Greison", e mi hanno soprannominato "la rockstar della fisica". Io vado nei posti e scrivo i libri basandomi su ricostruzioni storiche vere, poi creo dai miei libri spettacoli e monologhi teatrali, tutti scritti da me e interpretati da me. Ho lavorato sul mio modo di parlare e di occupare gli spazi su un palco. Ora riempio i teatri, parlando di Einstein, Marie Curie, Heisenberg, Schroedinger, niente di più bello al mondo.

Questo nuovo podcast, “Questioni di fisica”, accompagna l’ascoltatore nella fisica quotidiana. Dal Telepass alla macchinetta del caffè, praticamente tantissime delle cose che facciamo ogni giorno sono spiegate da dinamiche fisiche. Quali sono quelle che maggiormente sorprendono i suoi ascoltatori?

Il mio pubblico è variegato, non ci sono limiti, e li conosco quando nei foyer dei teatri mi si presentano di persona e mi dicono che sono venuti perché mi hanno conosciuto nell'ascolto dei podcast. Ho il pubblico più bello del mondo. Sono facce bellissime che vengono da me, che seguono quello che racconto, e mi dicono che grazie a me stanno vivendo una seconda vita, che gli sta permettendo di recuperare quello che si sono persi. La vita è questa, dopotutto. Un recupero continuo di cose perse, che non si ascoltano o non si sanno, perché si sta facendo altro. Meno male che c'è chi te le ricorda.

In questi ultimi anni libri di divulgazione fisica sono diventati veri e proprio best seller. Quando abbiamo capito che la fisica non è quella materia incomprensibile che pensavamo da ragazzi (e non solo)?

I miei libri sono studiati, sono mirati, sono parte di un puzzle che solo io conosco e che mi muove in ogni passaggio successivo. Io sto costruendo un enorme disegno, solo alla fine si capirà tutto. La fisica è la mia vita. Ho trovato nella fisica la mia religiosità, quello che dicano Bob Dylan per la musica.

Cosa si perde dell’ovvia complessità di questa scienza cercando di trovare un linguaggio adatto a un numero ampio di persone?

Io non perdo niente, anzi recupero. Un recupero giornaliero, quotidiano. Ogni giorno studio, imparo cose nuove, leggo, capisco come dire le cose la volta successiva. Se ricevo una critica, la volta dopo stai sicuro che la dico diversamente. Sono un'irrequieta.

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A proposito di linguaggio, quanto lavoro fa, lei, sul linguaggio e le parole? Immagino che non sia semplice trovare il modo di divulgare concetti spesso complessi…

Sono una secchiona anche a teatro, sul palco. Studio continuamente anche questo. Vado a vedere quelli più bravi di me, e cerco di migliorarmi sempre. Così come leggo solo scrittori più bravi di me, per crescere anche nella scrittura. Per quel che riguarda i contenuti, uguale.

Quali sono gli esperimenti o i concetti più affascinanti e comprensibili a un grande pubblico secondo lei?

A me piace raccontare la meccanica quantistica, perché è l'argomento dei miei studi, quello per cui ho studiato e continuo a studiare. I miei studi riguardano la fisica quantistica e sono in continua evoluzione anche nel modo di raccontarlo. La ricerca delle parole giuste per spiegare in maniera semplice la materia più complessa al mondo è un lavoro a sé. Lo è in America, lo è in Francia, ora con me che vivo in Italia lo è anche Italia.

Senta, quanto è importante, nella vita quotidiana, riuscire a maneggiare – e avere consapevolezza – almeno gli aspetti base della fisica?

Se sai perché avvengono le cose sei più consapevole di tante cose, vedi le cose da fuori e sei più cosciente, più centrato, più equilibrato. La base che porta a capire la fisica porta a capire anche la vita.

Che ne pensa dell’insegnamento e dei programmi scolastici, invece?

Italiani? Penso che siano vecchi, che vadano aggiornati, che non è possibile che i ragazzi abbiano terrore della fisica. "Terrore alla maturità: è uscita fisica!", quante volte i giornali hanno scritto questo a giugno? Sempre. Siamo stati terrorizzati dai programmi ministeriali di fisica da una vita. Così come dai giornali e dall'informazione.

Quale sarà il prossimo passo di Gabriella Greison nel mondo della divulgazione scientifica?

Di cose reali in piedi ce ne sono tante. In autunno esce il mio nuovo libro per Mondadori, e poi un programma televisivo, e poi altre cose. Chi segue il mio sito www.GreisonAnatomy.com sa tutto. Di cose da creare ne ho tantissime, ad esempio vorrei fare una canzone con Fedez sulla fisica, una cosa molto divertente. Ho già nella mia testa tutto. Glielo dite voi?

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