Frida Kahlo, 60 anni senza l’artista messicana
Simbolo di energia e di passione, del coraggio e della forza femminile che sa reagire alle disgrazie peggiori. Una voce che ha gridato ed esorcizzato le sue sofferenze, un pennello spudorato che senza scrupoli e senza orpelli ha raccontato il male, la paura, l’inconscio.
Frida è diventata un mito, un’icona celebrata e amata, soprattutto dalle donne; un nome così famoso che non ha bisogno di cognome, è entrata nell’immaginario di tante generazioni con il suo stile un po’ naif, con le sue visioni surreali, con la sua vita travagliata. Nata il 6 luglio 1907 a Coyoacán, a Città del Messico, è morta a 47 anni il 13 luglio 1954, per una polmonite bronchiale. È morta nella città natale, nella sua casa, la Casa Azul oggi sede del Museo Frida Kahlo, dove sono conservate le sue ceneri.
Le opere di Frida sono lo specchio della sua vita, che in fondo è ciò che prima d’ogni altra cosa appassiona quasi morbosamente i suoi estimatori: la biografia della donna dal corpo spezzato, che a 18 anni, studentessa di medicina, ha sfiorato la morte in un incidente dell’autobus su cui viaggiava. Il corpo trafitto, l’emorragia, la lunga paralisi. Inizia a dipingere da autodidatta, quasi trovando consolazione alle sofferenze nell’arte: “Non sono malata. Sono rotta. Ma sono felice, fintanto che potrò dipingere”. Tra i primi dipinti, l’Autoritratto con vestito di velluto era destinato ad Alejandro, il suo fidanzato lontano. Da quel momento la propria figura diventa il tema predominante della sua pittura: lei si studia, si analizza, si dipinge per raccontarsi ed esorcizzare il male. Senza censure scaglia sulla tela tematiche esistenziali, politiche, sessuali e sentimentali, in immagini che gradevoli non sono ma che sanno lasciare il segno.
Gli amori di Frida, che inevitabilmente hanno contribuito a segnare la sua vita, sono stati tanti. Pur sentendosi “bizzarra e difettosa”, è sempre stata molto sensuale. Ardentemente ha amato vari uomini e donne, ma la passione più travolgente è stata quella con il pittore Diego Rivera, colui che lei ha definito “il secondo più grave incidente della mia vita”, colui che ha sposato per ben due volte, nel 1929 e nel 1949, dopo il divorzio avvenuto l’anno prima. Il loro fu un amore lungo e tormentato, pieno di tradimenti e di liti. Diego fu un marito infedele, tradì Frida anche con sua sorella minore, ma Frida, perdutamente innamorata, lo perdonava:
Perché dovrei essere così sciocca e permalosa da non capire che tutte queste lettere, avventure con donne, insegnanti di "inglese", modelle gitane, assistenti di "buona volontà", le allieve interessate all'"arte della pittura" e le inviate plenipotenziarie da luoghi lontani rappresentano soltanto dei flirt? Al fondo tu e io ci amiamo profondamente e per questo siamo in grado di sopportare innumerevoli avventure, colpi alle porte, imprecazioni, insulti, reclami internazionali – eppure ci ameremo sempre. […] Tutte le arrabbiature da cui sono passata sono servite soltanto a farmi finalmente capire che ti amo più della mia stessa pelle e che, se anche tu non mi ami nello stesso modo, comunque in qualche modo mi ami. Non è così? Spero che sia sempre così e di tanto mi accontenterò. Amami un poco, io ti adoro” (Lettera di Frida a Diego, 1935)
Frida è anche il folklore messicano, la rivoluzione, il partito comunista. La sua arte è sfrenatamente autobiografica eppure sa riflettere il proprio tempo, i problemi politici e sociali, la cultura popolare, gli eventi e lo spirito del mondo contemporaneo. Dal punto di vista stilistico si è parlato di surrealismo messicano: fu Breton, il fondatore del Surrealismo, a sostenere che la pittrice di Coyoacán esprimeva “una forma peculiare di surrealismo tipica del carattere messicano” e a definire la sua arte “un nastro intorno a una bomba”. Dal canto suo Frida, che comunque conosceva e amava la corrente surrealista, dichiarò tristemente: “Pensavano che anch’io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
Cruenta e spirituale, trascendentale e popolare, rivoluzionaria e tradizionale, Frida raggiunse fama e notorietà già in vita: apprezzata dai colleghi, osannata dagli studenti, ricercata dai collezionisti e dai mercanti, ancora oggi incanta e travolge un pubblico sempre più vasto. L’Italia le dedica due mostre in quest’anno speciale: quella in corso alle Scuderie del Quirinale a Roma, che chiuderà il 31 agosto, e quella in programma dal 20 settembre al Palazzo Ducale di Genova.