Frida Bollani Magoni racconta l’amaurosi in un libro: “Vedo solo luci e ombre, non so cos’è il rosa ma spero sia bellissimo”
Frida Bollani Magoni, la figlia di Petra Magoni e di Stefano Bollani, ha l’amaurosi congenita di Leber, la malattia genetica agli occhi che non le permette di vedere i colori, ma solo luci e ombre in bianco e nero. Ha scritto un libro per Piemme, "La mia musica", che è quasi un'autobiografia: "Quando Piemme mi ha proposto il progetto, mi è sembrato subito interessante. Paola Giannelli mi ha aiutata nella stesura. E si sono create delle nuove connessioni, perché lei ha un fratello a Londra che mi ha fatto conoscere altre persone in una città diventata importante per me".
Il racconto di Frida Bollani Magoni
Frida Bollani Magoni racconta se stessa e il libro al Corriere della Sera: "A due anni mia mamma mi metteva al pianoforte e mi spiegava le note della tastiera". Da papà Bollani:
Ho preso lo stile pianistico, tutto suo: solo una volta l’ho scambiato con Chick Corea, infatti è bellissimo quando suonano insieme. Da mia madre ho imparato tanti trucchi del mestiere, come stare sul palco, fare una bella scaletta o il sound check.
La scoperta dell'orecchio assoluto: "Se ne accorse mia madre. Le avevo chiesto di cantarmi un Mi mentre stava guidando e non riuscì a trovare la nota, che invece cantai io. Lei la registrò e la fece sentire al suo contrabbassista, Ferruccio Spinetti, che confermò".
"Il colore rosa? Immagino sia bellissimo"
Il racconto dell'infanzia con una insegnante di sostegno: "Di sicuro non ha facilitato le prime interazioni con i ragazzi: non li incoraggiava ad avvicinarsi. Mi sono trovata a fare amicizia sempre con le persone un po’ emarginate, come la bambina che non parlava l’italiano perché veniva dalla Romania". La frase sul colore rosa, che lei immagina bellissimo: "Lo immagino un colore chiaro e solare, molto femminile". Sulla possibilità di guarire:
Ho una malattia genetica e ci sono pochissime persone nel mondo con un gene identico al mio, quindi trovare una cura non sarà facile. Ma anche fatto l’intervento, servirebbe una lunga riabilitazione. Però chi lo sa. A Londra stanno facendo ricerca. Non vorrei fare la cavia, però se ci fosse una terapia le darei una possibilità