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Francesco Gabbani sull’autotune: “Mi fa inca*zare quando è usato solo per correggere la voce”

Francesco Gabbani è tornato a parlare, con Fanpage, dell’uso che oggi si fa dell’autotune, criticandolo soprattutto come mero strumento – non dichiarato – di correzione dell’intonazione.
A cura di Francesco Raiola
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Francesco Gabbani (ph Chiara Mirelli)
Francesco Gabbani (ph Chiara Mirelli)

Sono giorni di polemiche nei confronti dell'autotune, soprattutto dopo le parole di Elio che aveva detto di essersi sentito umiliato per aver ascoltato la canzone vincitrice del Festival di sanremo, ovvero Balorda nostalgia di Olly, cantata con l'autotune, appunto, ovvero un software che aiuta a correggere l'intonazione ma che negli anni è stato usato anche con un fare più creativo, come insegna Cher che ne sconvolse l'uso in Believe, nel 1998 e a cui oggi il nostro orecchio si è abituato, grazie anche all'uso massiccio che se ne fa nel rap, nell'urban e ormai anche nel pop. È stato lo stesso Francesco Gabbani a parlarne poco prima del Festival, così gli abbiamo chiesto di chiarire il suo pensiero su questo aiuto tecnologico.

Quando per Gabbani si può usare l'autotune

Ai microfoni di Fanpage, all'interno di un'intervista più ampia in cui il cantautore di Carrara ha parlato del suo nuovo album Dalla tua parte, raccontando la sua ricerca di semplicità, ma anche la vittoria al Festival che ha cambiato un po' le sorti di Sanremo, Gabbani ha anche chiarito la sua posizione sull'autotune: "Il mio punto di vista parte dal fatto che lo considero un'espressione del tempo che viviamo perché è a tutti gli effetti un ausilio artificiale che viene usato nell'espressione artistica e quindi musicale. Però resta uno strumento, un software, qualcosa che nell'espressione del nostro tempo ci sta, perché viviamo in una realtà che è molto tecnologizzata e in cui l'espressione artistica passa da tutto ciò che può essere un supporto tecnologico, quindi come tale lo accetto".

L'autotune come strumento di correzione

E qui, però, arriva una puntualizzazione che c'entra col dichiararne apertamente l'uso: "Lo accetto come caratteristica artistica, perché quando è dichiarato è dichiarato e in questo senso va benissimo perché diventa connotato artistico, stilistico e strumento di comunicazione. Però mi fa un po' incazzare quando viene usato come strumento di correzione e basta, perché un conto è usarlo dichiaratamente come modo stilistico, un altro è usarlo come correttore. Se uno pensa: ‘Se non ho l'autotune che mi corregge non canto' vuol dire che non ha la consapevolezza artistica di quello che stai facendo".

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