“Francesco Clemente. Frontiera di immagini”: a Palermo in mostra la Transavanguardia
Dal 24 novembre al 2 marzo si potrà ammirare, presso il palazzo Sant’Elia di Palermo, la mostra "Francesco Clemente. Frontiera di immagini', inserita nel più ampio progetto in progress dal titolo “La Transavanguardia italiana”, ideato da Achille Bonito Oliva. Sessanta opere ripercorreranno il percorso artistico di Clemente, classe 1952, artista di fama mondiale, il cui nome è legato indissolubilmente appunto alla corrente artistica della Transavanguardia.
La Transavanguardia, fenomeno quasi esclusivamente italiano nato nei primissimi anni ’80, vide protagonisti, oltre lo stesso Clemente, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Mimmo Palladino. Fondamentale fu poi l’operazione di sistematizzazione e teorizzazione compiuta da Achille Bonito Oliva. Il movimento proponeva, in opposizione all’arte concettuale tanto diffusa all'epoca, un ritorno alla manualità, alla pittura, ai colori.
Mi interessa costruire il quadro come se fosse il diagramma di un campo di forze, di energie,come quei diagrammi dei giornali enigmistici in cui ci sono i puntini da unire. (Francesco Clemente, in "Flash Art", 134.1986)
Francesco Clemente vanta negli anni collaborazioni artistiche di altissimo livello, da Andy Warhol a Basquiat. E proprio queste suggestioni trasversali, dallo zen asiatico alla Newyork degli anni ottanta, ispirano la mostra ambientata tra le maioliche del palazzo sant’Elia. È la prima volta che a Palermo viene dedicata una personale a Clemente; saranno visibili sessanta opere che seguono la riflessione artistica del pittore e il suo procedere per cicli successivi di lavoro, partendo cronologicamente da “Porta Coeli”, del 1983, direttamente dalla collezione D’Ercole di Roma.
Il percorso espositivo segue la riflessione dell’artista e il suo procedere per cicli successivi di lavoro, nei quali i lunghi soggiorni in India e i viaggi in Europa, nei Caraibi, Egitto, Sud America, Giamaica danno vita a un vocabolario costantemente in divenire. Un grande laboratorio di ideogrammi ed emblemi apotropaici, in cui gli opposti convivono, di simbologie e associazioni spesso messe in scena dall'artista attraverso il proprio autoritratto, che dalla fine degli anni 70 costituisce la cifra della sua poetica.
L’idea del viaggio e del confine come simbolo, tanto interiore quanto geografico, è un concetto che ha accompagnato l'artista durante tutta la vita e ne ha arricchito la visione del mondo, non a caso ad esso sembra ispirarsi anche il titolo della mostra: “frontiera di immagini". Insomma, se avete occasione di essere a Palermo dal 24 novembre al 3 marzo, approfittatene per conoscere meglio un protagonista dell'arte italiana!