Fotografia per tutti i gusti alla Galleria del Cembalo
Ce n'è per tutti i gusti alla mostra Passaggi con cui si è inaugurata la nuova apertura della Galleria del Cembalo di Roma. Fino al 28 settembre, l’esposizione presenta diverse serie di fotografie di autori italiani contemporanei tra i più celebri dalla fine degli anni ’60 ad oggi, con un salto ancora indietro grazie alle opere del grande Ugo Mulas.
Andiamo con ordine e menzioniamo innanzitutto i protagonisti di questo evento: Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Antonio Biasiucci, Luca Campigotto, Silvia Camporesi, Mario Cresci, Ugo Mulas, Alice Pavesi, Paolo Pellegrin, Francesco Radino, Moira Ricci, Paolo Ventura. Fotografi di generazioni differenti, da Mulas, nato nel ’28 e scomparso nel ’73, alla giovane Pavesi, classe 1984. Tutti italiani, tutti dediti all’attività fotografica nelle sue più varie forme, lungo le sue linee di ricerca più diverse, da quelle tradizionali a quelle sperimentali.
Necessario è pure soffermarsi sulla sede espositiva, che, prima d’ogni altra cosa, lascia sbalorditi. Siamo nel centro antico della capitale, a pochissimi passi da via dei Condotti e dalle tante meraviglie che il cuore di Roma accoglie. Siamo, in effetti, all’interno di una di queste meraviglie, nella Galleria del Cembalo del cinque-seicentesco Palazzo Borghese, chiamata così perché, per la sua posizione allungata, conferisce alla pianta dell’edificio una forma che ricorda quella dello strumento musicale. Come un mondo a sé, vicino eppure isolato dal caos della città, il cortile interno del palazzo accompagna il visitatore nella quiete e nella bellezza del giardino adorno di fontane, siepi e statue. Entrati nella Galleria, nelle cinque grandi sale comunicanti, l’ambiente è sfarzoso e decorato con stucchi e affreschi settecenteschi.
Nelle stanze dove secoli fa dimorò parte della collezione di Scipione Borghese, oggi, per iniziativa di Paola Stacchini Cavazza, c’è una nuova galleria, la cui attività espositiva è diretta in collaborazione con Mario Peliti (dell’omonima casa editrice specializzata in progetti fotografici) e avrà come elemento centrale la fotografia e il suo dialogo con le altre forme di espressione artistica. Non solo è stato aperto al pubblico uno spazio strabiliante fino ad oggi generalmente non accessibile, ma soprattutto viene offerta la possibilità a collezionisti e visitatori di vedervi mostre fotografiche belle e ben allestite.
Passaggi è, come già detto, il primo evento della Galleria del Cembalo. A cura di Giovanna Calvenzi, attraverso gli scatti di 12 fotografi “si propone di indagare il tema della discontinuità, della necessità di cambiamento di linguaggio o di visione, distintivo del lavoro di ognuno di loro”. Di ogni fotografo sono esposte due serie di lavori, a sottolineare i passaggi da una fase all’altra della ricerca artistica, mentre in generale è descritto un panorama ampio, “un percorso della fotografia italiana movimentato e non lineare che ne tocca la storia, il presente, le non preconizzabili prospettive”. Osservando le tante immagini esposte, si rintracciano ispirazioni comuni ai diversi fotografi, tra cui l’architettura, il ritratto, il viaggio, la memoria personale, ma si comprende anche come da un punto di partenza simile si possano ottenere interpretazioni, espressioni e risvolti differenti.
Tra i maestri in mostra, il compianto Gabriele Basilico con i densi scatti urbani di Shanghai accostati al silenzio dei Padiglioni vuoti della Biennale di Venezia; Olivo Barbieri con le vertiginose vedute aeree di paesaggi e le immagini metropolitane vivacizzate da interventi grafici; Antonio Biasiucci con una delle prime serie sui poetici dettagli negli interni di case contadine e con un ribollente e vorticoso polittico sull’impasto del pane. Affascinatissime le lucide visioni di Campigotto che ritrae vedute e dettagli di navi nel porto di Marghera immerso in un nero misterioso oppure accende di colori irreali gli scorci urbani di una Chicago notturna; mentre Pellegrin ricava dal suo viaggio in Giappone ritratti emergenti dal nero e rami ornamentali su un cielo terso, Radino riprende un Giappone intimista oppure trasforma in visioni monumentali i particolari delle turbine nelle centrali elettriche.
Del già citato Mulas c’è la serie dedicata a Duchamp ritratto durante le azioni della vita quotidiana o accanto ad alcune sue opere ed inoltre sono esposti gli scatti dei gioielli d’artista creati da Arnaldo Pomodoro. Nella stessa sala i lavori di Mario Cresci indagano la dinamica di visione e di rappresentazione come limpide opere d’arte concettuale. Atmosfere sospese e rarefatte nelle strade riprodotte da Paolo Ventura che si ritrae ripetutamente in una stessa scena, e allo stesso modo il mistero aleggia anche sulle sue fotografie pseudo-storiche della guerra civile americana.
Appartengono a più giovani generazioni Moira Ricci, Silvia Camporesi e Alice Pavesi: quest’ultima realizza ritratti di moda o denuncia sociale, visioni ovattate ma forti; la Camporesi colpisce con i suoi scatti surreali e stranianti della laguna di Venezia, mentre Moira Ricci commuove con il recupero e l’alterazione delle fotografie di famiglia, come quando si rappresenta accanto alla madre da giovane.
Meno di un mese ancora per ammirare questo panorama della fotografia italiana contemporanea, nella quiete segreta e preziosa dello splendido Palazzo Borghese.