Forlì, dall’ultimo Michelangelo alla morte di Caravaggio nella chiesa restaurata
Un secolo o quasi attraversato dai suoi grandi protagonisti è il focus del nuovo percorso espositivo che, per la prima volta, utilizza come sede espositiva la Chiesa conventuale di San Giacomo Apostolo, a Forlì, a conclusione del suo restauro integrale. Sono gli anni che idealmente intercorrono tra il Sacco di Roma (1527) e la morte di Caravaggio (1610), tra l’avvio della Riforma protestante (1517-1520) e il Concilio di Trento (1545-1563), tra il Giudizio universale di Michelangelo (1541) e il Sidereus Nuncius di Galileo (1610).
Si tratta della mostra "L’Eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio" che dal 10 febbraio al 17 giugno documenterà quello che è stato uno dei momenti più alti e affascinanti della storia occidentale, l'inizio della nostra modernità. Protagonisti saranno il dramma e il fascino di un secolo che vide convivere il superbo tramonto del Rinascimento e il procedere di un nuovo orizzonte, con grandi capolavori del Manierismo. In Italia la battaglia più impegnativa per il dipingere e il vivere moderno si combatté nella pittura di commissione sacra: protagonista di questa lotta fu soprattutto Caravaggio.
Tra l’ultimo Michelangelo fino a Caravaggio, passando attraverso Raffaello, Rosso Fiorentino, Lorenzo Lotto, Pontormo, Sebastiano del Piombo, Correggio, Bronzino, Vasari, Parmigianino, Daniele da Volterra, El Greco, Pellegrino Tibaldi, i Carracci, Federico Barocci, Veronese, Tiziano, Federico Zuccari, Cavalier d’Arpino, Giuseppe Valeriano e Scipione Pulzone, s’addipana un filo estetico di rimandi e innovazioni che darà vita a una età nuova. Comprese le forme alternative di Rubens e Guido Reni. Ad ospitare la mostra, i Musei di San Domenico, a Forlì, esposta nella Chiesa conventuale di San Giacomo Apostolo a conclusione del suo integrale recupero.