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Firenze, un’app per i “graffiti virtuali” salva la Cupola del Brunelleschi dai vandali

L’iniziativa è partita dal Museo dell’Opera del Duomo di Firenze: sì ai graffiti e alle dediche, ma solo se “virtuali”. La app che salva i monumenti dai vandali si chiama “Autography”.
A cura di Federica D'Alfonso
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Una postazione Autography nel Museo dell'Opera del Duomo, Firenze
Una postazione Autography nel Museo dell'Opera del Duomo, Firenze

Lasciare una prova scritta del proprio passaggio nei luoghi storici e culturali è usanza comune: nomi, date, dediche d'amore “arricchiscono” i punti più impensabili dei molte opere d'arte e musei d'Italia. Centinaia di monumenti ne portano i segni: scritte e graffiti sono una delle piaghe più implacabili e meno controllabili, per la tutela delle opere d'arte. Ma a Firenze, grazie alla tecnologia, ora è possibile non soltanto preservare luoghi storici dai “vandali”, ma anche valorizzare e dare risalto a questa particolare forma d'espressione.

Da qualche settimana infatti i graffiti sono divenuti a tutti gli effetti parte integrante del percorso di visita del Museo di Santa Maria del Fiore: grazie ad “Autography”, una app sviluppata appositamente per permettere ai visitatori di lasciare commenti, frasi, disegni, o semplicemente il loro nome su un display e non sui muri dei luoghi di visita. Sperimentata con grandioso successo presso il Campanile di Giotto, ora la app è arrivata anche nel percorso di visita della Cupola del Brunelleschi.

Un esperimento di successo

Alcuni dei "graffiti" raccolti grazie ad Autography nel Campanile di Giotto
Alcuni dei "graffiti" raccolti grazie ad Autography nel Campanile di Giotto

Un anno fa la app “Autography” era stata lanciata per tentare di salvaguardare i muri interni del Campanile di Giotto, costruito nel Trecento e fiore all'occhiello del patrimonio culturale fiorentino: l'iniziativa, pensata soprattutto per evitare che le mura interne venissero deturpate da scritte e dediche, ha riscosso un'incredibile successo, tant'è che in pochi mesi le postazioni digitali hanno raccolto ben 18 mila messaggi. E le mura del campanile? Mai state così pulite, soltanto una decina si scritte che sono state tempestivamente eliminate.

Sì ai graffiti: ma con Autography

La app Autography, Museo dell'Opera del Duomo, Firenze
La app Autography, Museo dell'Opera del Duomo, Firenze

Quella del Brunelleschi è la più grande cupola in muratura mai costruita, risalente alla metà del Quattrocento. Circa 800 mila visitatori l'anno attraversano gli stretti corridoi e percorrono gli oltre quattrocento scalini per arrivare in cima a questa meraviglia architettonica: i muri interni attraverso cui si dirama il percorso erano completamente ricoperti di scritte e graffiti. Una situazione ingestibile, visti gli enormi numeri di visite: ma con l'app “Autography” tutto cambierà.

È possibile scegliere se scrivere a matita, con un pennarello o addirittura con lo spray su marmo, carta, legno o mattone (tutto rigorosamente virtuale), e scatenare così in modo “inoffensivo” la propria vena creativa: i messaggi raccolti ogni giorno verranno scaricati e catalogati nell'Archivio storico, arricchendo i sette secoli di storia già conservati. Ma non solo: è stata annunciata anche la pubblicazione di un volume cartaceo con i messaggi e le dediche più belle raccolte nel corso di un anno.

@museofirenze su Twitter
@museofirenze su Twitter

In seguito ad un importante intervento di restauro, sono state installate due postazioni multimediali: una accanto alle statue dei Vescovi, l'altra nel “Museino” dove sono esposti alcuni attrezzi d'epoca del cantiere brunelleschiano. Sia in salita che in discesa quindi, i visitatori potranno lasciare una testimonianza del loro passaggio, senza però intaccare le preziose mura storiche.

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